NATALINO BENACCI
Cronaca

Aperta la caccia ai funghi Centinaia di appassionati perlustrano il territorio

Le recenti piogge hanno rotto la lunga siccità e sono scattate le prime ’gite. Ma attenzione alle nuove regole, alle tariffe’ e al rispetto dei boschi.

Aperta la caccia ai funghi Centinaia di appassionati perlustrano il territorio

di Natalino Benacci

Dopo le recenti piogge che hanno rotto finalmente la lunga siccità, la caccia ai funghi è aperta. E’ ancora presto per avere risposte dal bosco e i cercatori di porcini in attesa di riempire canestri sono costretti a sfogliare la margherita col naso all’insù scrutando lune e anemometri. In servizio permanente effettivo sono numerosi i “detective“ del boleto che in Lunigiana riescono a catturare nel bosco anche le cappelle più nascoste per riempire le cassette da esporre come trofei. Ma pur sempre una minoranza eletta. Hobbisti, mestieranti e professionisti del canestro hanno già iniziato a perlustrare le pendici dell’Appennino: e qualche preda è già finita nel cestino degli appassionati conoscitori delle zone vocate. I piovaschi hanno dato un colpo di manovella alle spore. E l’arrivo di temperature più fresche con qualche altra precipitazione annunciata si spera faccia scattare il semaforo verde.

Ma intanto attenzione a rispettare le regole: per raccogliere funghi sul territorio toscano ( limite di raccolta 3 kg al giorno) occorre l’autorizzazione che viene rilasciata dalla Regione Toscana e non più dal Comune di residenza del richiedente: per sei mesi (13 euro), oppure un anno (25 euro), ridotti della metà per coloro che abitano nei territori montani. Le tariffe cambiano per i residenti fuori regione: 15 euro per un giorno 40 per una settimana, 100 euro per un anno. Ci sono poi le riserve, aree gestite da associazioni di proprietari. In Lunigiana se ne trovano a Zeri, nell’Alta Valle del Verde, a Succisa, in Valdantena, ad Arzelato e Torrano, a Rocca Sigillina e Lusignana, a Bagnone e a Licciana Nardi. In questo caso occorre munirsi del tesserino specifico, ma ne vale la pena. Il sottobosco è anche un’attività che produce reddito per molti, a partire dalle imprese agricole. E il fungo è un elemento fondamentale per richiamare turisti, lo testimoniano le liste di prenotazioni per cene a base di funghi in tutti i ristoranti. Freschi, essiccati, protagonisti di piatti con polenta, risotti e tagliatelle oppure compagnia di golosi secondi: scaloppine ai porcini, cappelle al forno, funghi fritti e trifolati. Senza dimenticare chicche come l’insalata di porcini crudi. Ce n’è per tutti i gusti. In attesa della sterzata microclimatica gli appassionati pattugliano i monti e sognano. Intanto gli esperti avvertono che i sapori del bosco stanno per esplodere. Ci siamo? Sembrerebbe di sì: ha piovuto e verso la fine del mese la fase lunare potrebbe essere quella giusta. E al centro del palcoscenico boschivo c’è sempre lui, il re porcino.