Antonio e il suo vulcano Un premio per la tesi

A Tazzini, 28 anni, laureato in geologia, un prestigioso riconoscimento dell’Aiv. Nel suo elaborato affronta le numerose eruzioni sull’omonima isola delle Eolie

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Ha 28 anni e ha appena vinto il premio tesi di laurea “Bruno Capaccioni“ per l’anno 2021 indetto dall’Associazione Italiana di Vulcanologia. Antonio Tazzini ha sviluppato la sua passione sui vulcani mentre frequentava il liceo scientifico Michelangelo. Il premio gli è stato “consegnato“ ieri virtualmente, durante un collegamento con l’associazione avvenuto in occasione dell’assemblea annuale dei soci, dove Antonio ha riassunto con alcune slide il suo lavoro. Ma come è nata questa passione? "Pur non vivendo in una città con dei vulcani, hanno iniziato a incuriosirmi mentre li studiavo a scuola – racconta Antonio – e così mi sono avvicinato anche alle materie geochimiche". Di lì la scelta di intraprendere un percorso di studi in scienze geologiche che gli ha permesso di laurearsi con una prima tesi in mineralizzazioni a solfuri misti delle miniere di Campiglia Marittima in provincia di Livorno.

Poi tra vari viaggi, di cui uno in cui ha avuto l’opportunità di avventurarsi sull’Etna, ecco l’idea di iniziare uno studio sul vulcano La Fossa che si trova sull’isola delle Eolie Vulcano. E che è diventato l’argomento della sua tesi magistrale in scienze e tecnologie geologiche, conseguita a gennaio del 2021 e intitolata “Coinvolgimento di fluidi magmatico-idrotermali in eruzioni freatiche: indicazioni dallo studio dei prodotti di La Fossa (Isola di Vulcano, Eolie)“ . "Vulcano è un posto affascinante,– continua Antonio – abitato prevalentemente a sud dell’isola mentre a nord c’è solo un paesino legato al porto". Ebbene di quel vulcano Antonio ha iniziato a studiare le numerose eruzioni che lo rendono diverso dagli altri e sulle quali verte la sua tesi.

"Ci siamo concentrati su alcune di queste eruzioni avvenute nel passato sul cono principale del vulcano. Non sono classiche ma idrotermali e prevedono un coinvolgimento di fluidi molto particolari legati ad attività fumaroliche, che non hanno nulla a a che vedere con il magma e che differenziano questo vulcano dagli altri come l’Etna e il Vesuvio. Studiando le eruzioni passate abbiamo cercato di capire in che quantità si sono verificate le interazioni tra i fludi e con quanta frequenza. Parliamo di un vulcano quiescente e potenzialmente pericoloso".

Quindi l’eruzione potrebbe essere sempre dietro l’angolo. "I fenomeni eruttivi si possono prevedere, ma dipende dal tipo di eruzione, da quanto magma si muove sulla superficie. Esistono tutta una serie di segnali come microterremoti, cambiamenti del livello del suolo, gas. Non è facile o sicuro che accada, è successo spesso però che ci fossero allarmi che si sono rivelati inesatti. Così come nonostante l’assenza di questi segnali è possibile che l’eruzione arrivi all’improvviso". Al termine della presentazione Antonio ha ricevuto un attestato e un premio in denaro. Ora ha un futuro da disegnare davanti a sé. "Al momento sto facendo uno stage in ingegneria civile ma sogno sempre di lavorare nell’ambito della ricerca sui vulcani. Sono aperto anche a emigrare all’estero perché ci sono già stato quando ho fatto ricerca all’università di Montpellier".

Ludovica Criscitiello