REDAZIONE MASSA CARRARA

Antico frantoio, un tuffo nel Medioevo

Fivizzano, la storia centenaria della famiglia Riani. Tra aneddoti di vita di campagna e convivialità

E’ da fine Settecento che le antiche macine d’arenaria continuano incessantemente a funzionare nel Frantoio Riani, a Casette di Alebbio frazione di Fivizzano. "E’ probabile che avvenga per merito della benedizione impartita alla struttura quel 20 ottobre 1875 dall’Arciverscovo Monsignor Milani – afferma Adriano, il proprietario – come testimonia la lapide posta sulla facciata del frantoio. Da allora, generazioni della nostra famiglia si sono dedicate alla molitura delle olive “conto terzi“, prodotte dai contadini della zona". Adriano ha raccolto il testimone dal padre, cavalier Millo, e nell’antico frantoio durante la stagione di raccolta le possenti macine girano senza sosta, ufficialmente dal 1797. "In questi ultimi anni - spiega Riani - siamo rimasti gli unici in provincia a usare le macine di pietra. Ci permettono di spremere le olive “a freddo“, la sansa resta asciutta, la resa in olio elevata e le caratteristiche organolettiche restano inalterate". E’ in quest’angolo di Lunigiana che si raccolgono e lavorano le olive prodotte negli appezzamenti più scoscesi e alti del comprensorio. "Siamo nelle zone più interne, dove la mosca dell’olivo non riesca a giungere. Da sempre non si effettuano trattamenti antiparassitari. Inoltre, da noi giungono per frangere anche gli agricoltori della Garfagnana". Oggi si nota la tendenza a privilegiare olii di colore verde, dal sapore piccante... "La moda di “fare tutto in fretta“ non mi entusiasma - dice il frantoiano - Anticipare la produzione usando le tecnologie più spinte non mi appassiona. Noi, preferiamo restare nel solco della tradizione che vuole le olive raccolte a un giusto grado di maturazione e molite il prima possibile, subito dopo raccolte, al frantoio". Preferisce utilizzare le sue macine di pietra arenaria con cui frangere le olive, all’antica.

"Il nostro - aggiunge - è un metodo più lento ma offre il modo di relazionarci con i clienti, che sono prima di tutto amici. Venire al frantoio, è l’ occasione per discutere sull’annata agraria che volge al termine; abbiamo uno spazio con un camino sempre acceso: c’è chi prepara le bruschette, chi si scalda, chi arrostisce salsicce sulla brace - spiega il titolare - E’ il perpetuare l’antico rito di incontrarsi fra coloro che lavorano e traggono sostentamento dalla terra, all’insegna dell’amicizia. E io, pertanto, continuo a produrre l’olio extravergine della Vallata dell’Aulella facendo girare le mie macine di pietra. Che sanno tanto di Medioevo".

Roberto Oligeri