REDAZIONE MASSA CARRARA

Anche il porto nella lotta al tarlo asiatico

Particolari sensori sulle banchine saranno posti per intrappolare il parassita che sta mettendo in ginocchio le colture toscane

Una trappola per il tarlo asiatico nel porto di Marina. Lo scalo apuano sarà, al pari di quello di Livorno e dell’interporto di Prato, uno degli avamposti per la lotta contro questo parassita che rappresenta una grande minaccia per le piante ornamentali.

Per questo motivo da tempo i vivaisti di tutta la Toscana sono impegnati in una battaglia senza quartiere al tarlo che, grazie all’utilizzo di tecniche all’avanguardia, ultimamente sta dando importanti risultati. E’ notizia di pochi giorni fa che il parassita è stato eradicato dalla provincia di Pistoia e se questo obiettivo è stato possibile lo si deve anche all’aiuto di specialisti a quattro zampe.

Il focolaio dell’Anoplophora chinensis, questo il nome scientifico dell’insetto, nel pistoiese, dove ha creato notevoli problemi ai vivaisti e all’intera economia del settore, è stato eliminato del tutto dopo quattro anni di lavoro del Servizio fitosanitario regionale, con il sostegno scientifico del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi della economia agraria e dei vivaisti, oltre che con la collaborazione dei carabinieri forestali. Il successo dell’operazione, la prima di questa portata in Italia, è stato convalidato anche dagli ispettori della Commissione europea che a gennaio, dopo aver visitato il territorio colpito, hanno comunicato ufficialmente l’approvazione delle procedure attivate e confermato la validità delle azioni intraprese dal servizio fitosanitario regionale.

A contribuire in modo netto alla vittoria contro il tarlo asiatico sono stati cani da fiuto appositamente addestrati per il rilevamento di larve del tarlo asiatico e in grado di intercettarle all’interno delle piante ospiti. I cani, provenienti dalla Svizzera, hanno passato al setaccio vari quartieri, evidenziando in modo chiaro la presenza degli insetti e indicando così agli operatori gli alberi da abbattere.

"L’eradicazione di questo pericoloso insetto è sicuramente un evento di grande soddisfazione, raggiunto con un enorme impegno e coinvolgimento della Regione Toscana, in particolare del servizio fitosanitario regionale, di Crea, del distretto vivaistico ornamentale pistoiese e delle associazioni dei vivaisti pistoiesi oltre che della popolazione locale – ha detto l’assessore regionale Stefania Saccardi –. Un successo riconosciuto anche dalla Commissione europea che, testimoniando la validità e la cura che abbiamo impiegato, riconosce l’impegno e la qualità dell’intervento che risulta per la sua portata unico in Italia. La battaglia – prosegue l’assessore Saccardi non finisce qua. Abbiamo al momento messo al sicuro il distretto vivaistico ma l’attenzione rimane alta e il lavoro di controllo costante e intenso". Alla fine, sono state oltre 15mila le piante distrutte solo nel pistoiese dal 2017 oggi, mentre alcuni interventi mirati hanno interessato anche l’area pratese. Si è trattato di aceri, ma anche di carpini, platani, rose e lauroceraso.

La guerra, che nel pistoiese è stata combattuta con diverse armi, però non è ancora vinta e ora anche il nostro territorio farà la sua parte. Finita la fase di eradicazione ora continueranno i controlli. Questi avvengono attraverso una serie di trappole collocate in luoghi strategici tra cui anche il porto di Marina e che sono in grado di attrarre e catturare i maschi adulti, nel momento in cui raggiungono la maturità e volano via dalla pianta.