Acqua delle Alpi Apuane al microscopio, parte l’analisi della Ong sui fiumi e l’attività estrattiva

Domani il primo incontro con la comunità locale a San Carlo Borromeo. Lo studio di Sourse International finanziato dall’Unione Europea si concentrerà sulla situazione di Frigido a Massa e Lucido in Lunigiana

Acqua di un fiume (foto repertorio)

Acqua di un fiume (foto repertorio)

Massa, 20 luglio 2023 – E’ pronto il progetto della organizzazione non governativa Source International che per 5 mesi studierà gli effetti dell’attività estrattiva sui corsi d’acqua delle Alpi Apuane, con focus specifico sui bacini dei fiumi Frigido e Lucido. Referente del progetto è Laura Grassi. Originaria del Piemonte, ha viaggiato in tutto il mondo affrontando casi di studio specifici di inquinamento ambientale. "All’inizio ho lavorato in Messico per uno studio sulla qualità delle acque superficiali in un sito interessato da una fase di esplorazione mineraria per oro e argento, una valutazione di impatto ante operam". Poi tanti altri progetti, dalle miniere di carbone in Mozambico alla valutazione delle acque superficiali e sotterranee in Guatemala in zone interessate da agrobusiness, e da 6 anni circa segue anche il caso di Serro De Pasco, miniera a cielo aperto sulle Ande e uno dei siti più inquinati del mondo.

Come si arriva alle Apuane? "Sono anni che cerchiamo di lavorare sul caso ma non avevamo contatti con la realtà locale. L’anno scorso ci avevano contattato da ‘Salviamo le Apuane’ chiedendoci uno studio indipendente ma non siamo riusciti a farlo per problemi di budget. Grazie al bando dell’Unione Europea del Consorzio Impetus siamo riusciti ora a lanciare un progetto di scienza partecipata che ha l’obiettivo di monitorare la qualità delle acque del comprensorio. Per ora ci focalizzeremo sui bacini di Lucido e Frigido sperando di trovare nuove risorse e ampliare la zona di studio con un sistema di cittadinanza attiva".

Quanto richiede un progetto del genere. "Partiamo dal Lucido perché sappiamo essere un po’ meno impattato rispetto ad altri corsi d’acqua più studiati e perché scorre in una zona a vocazione turistica. Del Frigido si sa abbastanza ma è importante studiarlo con le comunità locali. Faremo analisi anche sul Bardine, in un versante non interessato da attività estrattive, da utilizzare come ‘valore bianco’, come dovrebbe essere la qualità di un fiume se non ci fossero cave".

Quali dinamiche hanno le Apuane rispetto ad altre zone? "In realtà le stesse di altre zone del mondo, dove poche persone traggono profitto depauperando risorse naturali e beni comuni, lasciando alle comunità tutte le esternalità negative dell’attività industriale. Si vendono le attività estrattive come fossero fonte di ingresso economico e profitto per le comunità ma attraverso la meccanizzazione ci sono sempre meno operai e si eliminano anche altri posti di lavoro se si inquina un territorio a vocazione agricola e turistica. Se dalle istituzioni, però, non arrivano proposte alternativa, la gente accetta l’unica opzione possibile che vede. Senza dimenticare poi la mancanza di informazioni e le operazioni di greenwashing".

Si parte giovedì alle 20.30 al centro San Carlo Borromeo di Massa. "Con il primo incontro pubblico presentiamo il progetto, poi venerdì la prima formazione su come si esegue un monitoraggio ambientale. Sarà coinvolta una quarantina di cittadini ma speriamo ne arrivino anche di più. Lo scopo è uno scambio di informazioni e conoscenze fra noi e le comunità locali ed elaborare una strategia di incidenza politica per arrivare a fare pressioni a tutti livelli puntando alla protezione delle risorse idriche delle Apuane e a far classificare la marmettola come rifiuto".