
Ugo Colombo, Franco Bitossi e Giuseppe Grassi con Stefano Colombo e Giacomo Tassi
Massa, 11 aprile 2017 - UNA rimpatriata nel segno dell’amarcord tra corridori che abitano nella storia del ciclismo. Ugo Colombo, Franco Bitossi e Giuseppe Grassi, ciclisti della Filotex, che hanno infiammati i cuori dei tifosi davanti alla tivù in bianco e nero degli anni Sessanta e Settanta dove si agitava il telecronista Adriano De Zan, hanno dato vita ad un «tête à tête« tra storia e mito, andato in scena nei giorni scorsi al Ristorante «Oca bianca« di Pontremoli. I tre sportivi non si vedevano da tempo e hanno deciso che era ora di ritrovare le strade di un’amicizia mai sopita. Memorie ritrovate con i pedali mulinati all’indietro per rivivere le emozioni di un ciclismo epico. Bitossi, l’ex «cuore matto« con un palmares di 171 vittorie, tre campionati italiani, quattro tappe al Tour de France, 21 tappe al Giro d’Italia e secondo al campionato del mondo del 1972, a Gap, in Francia (alle spalle di Marino Basso che lo scavalcò negli ultimi metri) ha stretto commosso la mano al suo luogotenente Ugo Colombo ( entrambi 77enni), compagno di tante battaglie sportive.
Professionista dal 1964 al 1974 ha al suo attivo 11 Giri d’Italia, 2 Tour de France, Colombo ha indossato tre volte la maglia azzurra ai mondiali nel ’68 a Imola, nel ’72 a Leicester, nel ’73 a Barcellona. Più che un gregario di lusso era considerato un vero e proprio guardaspalle di Bitossi: nel 1971 pur senza vincere tappe concluse al terzo posto a 2’35» da Gosta Peterson, il trionfatore di quell’anno. Un abbraccio anche a Giuseppe Grassi, che ha condiviso anni indimenticabili alla Filotex. Ad organizzare l’incontro Stefano, figlio di Ugo Colombo che è arrivato a Pontremoli, dove ha aperto un panificio nel 1976, due anni dopo aver cessato l’attività agonistica perché la moglie Mariangela Mori è di Scorcetoli, frazione della vicina Filattiera. A far da corona al rendez-vous c’erano anche Severino Angella, il nonno volante del ciclismo lunigianese e il presidente del Veterani sportivi Pier Giacomo Tassi. A tavola i ricordi sono fluiti come un torrente in piena. Bitossi ha svelato aneddoti di corsa davvero irresistibili nel tempo in cui l’elenco dei campioni comprendeva Merckx, Gimondi, Motta, De Vlaeminck, Adorni, Anquetil, Dancelli, Zilioli. « Ero amico di Mercks e mi stimava molto, per lui ero il più forte di tutti«.
Ma la geografia retrò ha spaziato tra le corse più importanti. Colombo ha ricordato il Tour del 1967, quello della morte di Tom Simpson sull’ascesa del Mont Ventoux. « Sono passato è l’ho visto senza vita ai lati della strada, un sensazione terribile«. Non è mancato l’interrogativo clou sul campione di tutti i tempi: il sondaggio ha indicato Eddy Mercks. Ti ricordi il Tour del 1966?.... Le strade della fatica sono state girate quasi tutte nel segno della nostalgia.