ROBERTO OLIGERI
Cronaca

Allarme peste suina. Nuova carcassa infetta trovata nelle campagne

Mulazzo, i controlli dell’Asl hanno confermato la presenza del virus

I cacciatori chiedono di poter fare battute in modo tradizionale per ridurre i selvatici

I cacciatori chiedono di poter fare battute in modo tradizionale per ridurre i selvatici

Ancora allarme sul fronte della Psa, la peste suina africana che dall’estate 2024 è penetrata nell’Alta Lunigiana e a quanto risulta ancora vi permane. L’ultima notizia in merito è relativa al territorio del Comune di Mulazzo, dove è stata rinvenuta la carcassa di un cinghiale risultato poi infetto. Il ritrovamento è avvenuto circa una decina di giorni fa in una zona di campagna, fra le località di Pozzo e di Busatica. A rinvenire il selvatico morto un abitante della zona.

L’uomo, dopo essersi imbattuto nella carcassa di un cinghiale di stazza media riverso fra la vegetazione, ha pensato bene di allertare l’Asl Servizio Veterinario. Gli addetti hanno prelevato gli organi dell’animale deputati a essere analizzati per verificare se fosse portatore del virus. Gli esami di laboratorio, a quanto risulta successivamente ripetuti, hanno evidenziato e confermato che l’animale era positivo proprio alla Psa. Successivamente, sul campo, come avviene in casi simili, è intervenuta una apposita squadra di ’ricerca attiva’ proveniente da Firenze con cani molecolari particolarmente addestrati a questo genere di attività. Ma non sono stati rinvenuti nella zona altri cinghiali deceduti.

La carcassa trovata, sarebbe stata stoccata in un apposito frigo container posizionato nel territorio di Pontremoli. Sempre in tema di Psa e depopolamento, una richiesta particolare arriva da Fivizzano, zona finora indenne come altri Comuni della Lunigiana Nord Orientale, dove alcuni cacciatori avanzano la richiesta al Commissario per far sì che sia concesso il permesso di fare battute al cinghiale in maniera tradizionale, proprio per ridurre il numero ormai eccessivo di questi selvatici. "Il nostro è un territorio molto vasto – affermano i cacciatori – finora indenne dalla Psa, quindi anche utilizzando molti cani con numerosi uomini al seguito non si correrebbe alcun rischio di trasportare il virus, mentre l’opera di depopolamento porterebbe sicuramente a dei risultati efficaci".

Roberto Oligeri