Addio all’ultimo eroe della Resistenza E’ morto Giorgio Mori, il partigiano

Si è spento a 101 anni ’il giovanotto’ che partecipò alla guerra di Liberazione e cacciò da Carrara le truppe nazi fasciste

Addio all’ultimo eroe della Resistenza  E’ morto Giorgio Mori, il partigiano

Addio all’ultimo eroe della Resistenza E’ morto Giorgio Mori, il partigiano

di Alessandra Poggi

Giorgio Mori quel passo felpato da montagna, quello che l’aveva guidato tra le montagne di Carrara ai tempi della Resistenza, lo aveva mantenuto per tutta la vita. Il partigiano Giorgio Mori, l’ultimo eroe della Liberazione, è morto nei giorni scorsi all’età di 101 anni. Lascia la moglie Cesira Tosi detta Cesarina, il figlio Maurizio, la nuora Maria Teresa, le nipoti Marilena e Raffaella e i tanti bis-nipoti. Domani alle 15 le sue spoglie partiranno dall’obitorio del Noa alla volta del cimitero di Turigliano. La moglie Cesarina l’aveva conosciuta ai tempi in cui le donne di Carrara nel giorno del 7 luglio 1944 sfidarono i nazi fascisti e decisero di disobbedire all’ordine militare di evacuare la città. Lascia anche un’Italia che non avrebbe voluto. "Questo non è il Paese che avrei voluto e per cui ho combattuto". disse in occasione dell’intervista per i cento anni. Cresciuto in pieno fascismo decise di opporsi alle brutture del regime, anche su suggerimento della madre che lo invitò a lottare per la libertà. I primi tentativi di avvicinarsi alla Resistenza li fece con ‘Giustizia e libertà’, ma è con la brigata Garibaldi che inizio a combattere: Mori si muoveva tra le montagne con l’agilità di un gatto, in spalla sempre l’immancabile mitraglietta. La storia lo ricorda protagonista della battaglia nella vicina San Terenzo, tra i valorosi che il 14 settembre del 1944 assaltarono la caserma delle brigate nazi fasciste, fino ad arrivare alla Liberazione di Carrara dell’11 aprile del 1945.

Persona dal basso profilo, di una saggezza infinita, una belleza interiore che faceva eco a quella esteriore, Mori per tutta la vita ha raccontato il suo partigianato ad intere generazioni di studenti. Il professor Daniele Canali lo conosceva bene. "Perdiamo un compagno e un maestro – dice Canali –. A dispetto dell’età la morte di Giorgio mi ha molto scosso. È stato un protagonista indiscusso della Resistenza, faceva coppia con Giuseppe Sarzanini. Ricordo ancora quando mi raccontava degli anni vissuti in Belgio come minatore. Mi raccontava che era tra quelli che andavano a recuperare i resti dei compagni morti nel disastro di Marcinelle. Mi diceva che mentre raccattava i resti e li metteva nei sacchi, piangeva. Giorgio era una persona che amava stare defilato. Lo proposi come presidente dell’Anpi di Carrara all’inizio del Duemila. Era magnifico quando parlava ai ragazzi, li incantava. Giorgio ha contribuito alla creazione della memoria del museo della Resistenza". E poi c’è il ricordo degli amici degli Archivi della Resistenza. "Giorgio non godeva soltanto di quel rispetto di cui un’intera città investe certe figure imponenti, ma era molto amato, di un amore schietto – racconta Alessio Giannanti –. Sentirlo parlare (mentre raccontava la sua vita piena di avventura, o quando rifletteva sull’attualità politica) è stata per chi ha avuto la fortuna di incontrarlo, un’esperienza umana e intellettuale di altissimo valore. Giorgio aveva sempre la parola giusta, gentile o sferzante. Faceva suo il motto ’la pace tra gli oppressi, la guerra agli oppressori’. Esprimeva sempre un punto di vista originale, spiazzante e pieno di intelligenza, aveva l’umanità riconoscente di chi ha dedicato tutta la sua vita a una ribellione, che aveva ragioni tanto esistenziali quanto storiche e che vedeva negli ultimi e nell’umanità gemente, che deve diventare futura umanità, la sola bussola di una lotta che non conosceva incertezze". Alla fine della guerra Giorgio Mori si trasferì con la moglie Cesarina in Belgio per lavorare in miniera. Tornato nella sua Carrara negli anni Sessanta venne assunto come dipendente dal Comune. È stato presidente e in seguito presidente emerito dell’Anpi, e aveva ricevuto la nomina di Cavaliere della Repubblica. La moglie Cesarina è l’ultima superstite della rivolta delle donne del 7 luglio. È stato fondatore del sindacato ‘Inquilini Assegnatari’. Mori ha vissuto per tenere in vita la memoria della Resistenza. È stato insignito della Medaglia della Liberazione, del ministero della Difesa.