Se n’è andato Ugo Giuseppe Tazzini, 94 anni, ultimo ex deportato residente nel nostro Comune, sopravvissuto agli orrori dei campi di sterminio nazisti. Lo annuncia con profondo cordoglio, l’Anpi di Massa, sezione Patrioti apuani linea gotica. Con lui se ne va anche uno degli ultimi testimoni dei fatti di Forno. Giovanissimo, aveva partecipato alla Resistenza e il 13 giugno 1944 si trovava a Forno dove, durante un rastrellamento, venne catturato dai tedeschi e dai fascisti. Con lui c’erano anche due compagni, Del Fiandra e Nardini. Alla selezione, Tazzini (nella foto) fu scelto per la deportazione, mentre i due compagni morirono fucilati insieme a 56 giovani. Per Ugo Giuseppe, e altri 50 ragazzi fatti prigionieri quel giorno, si aprirono i cancelli dei campi di concentramento tedeschi, vicino ad Hannover e Francoforte.
Ugo Giuseppe Tazzini dopo la guerra è stato operaio alla Nuova Pignone e quelle memorie del periodo bellico, custodite nel suo cuore, divennero materia di conoscenza e di studio per molti studenti. Andava nelle scuole, a raccontare ai giovani il dramma della deportazione e della vita nei campi di concentramento. Fervente antifascista e democratico era un grande uomo, conosciuto e stimato da tutti. Viveva nella frazione di Ricortola e per la sua semplicità e schiettezza fu presidente onorario dell’associazione Cerbaja, impegnandosi per realizzare nel parco di Ricortola un monumento a ricordo dei suoi due compagni, Nardini e Del Fiandra, fucilati a Forno.
E’ stato presidente onorario anche dell’Anpi, Ugo fu insignito della Medaglia d’Onore per la deportazione e della Medaglia della Liberazione per il suo contributo alla lotta di liberazione e alla Resistenza. La sezione Anpi di Massa esprime ai figli e ai parenti le proprie condoglianze e invita i propri soci e i cittadini a partecipare ai funerali fissato per oggi alle 15 nella chiesa parrocchiale dei Servi di Maria a di Marina di Massa, con partenza della salma dall’obitorio comunale in via Democrazia a Massa. Alla famiglia Tazzini, le condoglianze della redazione de La Nazione, e anche dell’associazione “Alberto Benetti”.
Angela M. Fruzzetti