Acqua non potabile a Forno "Marmettola incontrollata"

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Il Frigido che diventa bianco come il latte non è un fenomeno nuovo: i massesi lo conoscono bene. Ma negli anni passati si limitava a picchi durante le piogge torrenziali e nelle ore successive. Quanto sta accadendo ora a Forno invece rappresenta un enorme segnale di allarme: la sorgente fatica a tornare limpida. Dopo quattro giorni c’è ancora polvere di marmo in sospensione che rende impossibile filtrarla a dovere e permettere agli abitanti di usarla nelle case servite. Un paese ricco di acqua ma che ora si trova a secco e la siccità dei mesi passati non può essere un modo per lavarsi la coscienza. "E’ evidente che il problema sia la marmettola accumulata nei piazzali e nei ravaneti o ancor peggio depositata nel ventre delle nostre montagne inghiottita attraverso le loro vene – scrivono i 5 Stelle –. È evidente inoltre che i quantitativi di marmettola presenti (e che non dovrebbero esserci) siano enormi e che la mancanza di piogge on abbia permesso quel dilavamento costante che rende meno evidente lo smaltimento non regolare di questo residuo di lavorazione. Gaia è indaffarata con i filtri del potabilizzatore dell’acqua e promette ‘nuovi interventi con l’obiettivo di prevenire il ripetersi di nuovi episodi di simile entità in futuro’. Quando si prenderà coscienza del fatto che la mancata potabilità dell’acqua non dipende da un’insufficiente opera di filtraggio della marmettola, ma dalla sua stessa presenza?". Il punto è che quella marmettola, la polvere di marmo residuo dell’escavazione, dovrebbe essere gestita, raccolta, allontanata e smaltita secondo la legge, secondo quelle prescrizioni imposte dagli enti pubblici al momento del rilascio alle autorizzazioni. Ma è evidente che questo non avviene come dovrebbe. "L’escavazione del marmo oggi è un’attività meccanizzata non compatibile con la tutela ambientale. E quando si dice ambiente si intendono i fragili fronti montani, le sorgenti, i fiumi e la nostra preziosa risorsa, l’acqua e molto altro. Chiediamo a Gaia – concludono i 5 Stelle – di analizzare i fanghi recuperati dai filtri e di renderne pubblici i risultati".