
Tribunale (immagine di repertorio)
Massa Carrara, 21 settembre 2023 – Un maxi risarcimento – la richiesta è di un milione e 700mila euro – per provare a riparare a un torto subito. E’ la conclusione del caso che ha visto protagonista Marjan Nikolli, di origini albanesi, la cui famiglia gestisce un’impresa nella provincia apuana.
La vicenda ha inizio tra il 2004 e il 2005, quando l’uomo era a Milano ospitato dall’allora fidanzata. Dopo aver fatto ritorno al paese di origine, si era poi sposato con una connazionale.
Allontanatosi dall’Italia, la nuova ospite della donna – una cittadina ucraina – denuncia per sfruttamento della prostituzione sia lei che Nikolli, affermando che quest’ultimo l’aveva picchiata e spento addosso sigarette.
Ha inizio così il processo di primo grado, che si svolge per competenza al tribunale di Novara. L’uomo, pur venuto a conoscenza della situazione, era sereno in quanto all’epoca dei fatti si trovava in Albania. Ad ogni modo, nonostante le dichiarazioni dei coimputati che Nikolli non si trovasse in Italia e che quindi la donna ucraina avesse errato nel riconoscimento fotografico, il tribunale di Novara dopo l’istruttoria dibattimentale decide di dare ragione alla donna, che nel corso del processo aveva reso versioni diverse, e lo condanna a 8 anni di reclusione.
Nikolli fa appello alla Corte di Appello di Torino con un legale di fiducia, chiedendo di riaprire l’istruttoria e sentire nuovamente la donna ucraina. Accolta la richiesta alcuni testimoni hanno confermavato che l’uomo non era in Italia all’epoca dei fatti e la stessa donna effettivamente aveva confermato di non averlo mai conosciuto. Ritenendo che fosse stata intimidita dall’uomo, la Corte di Appello conferma la condanna, riducendola a 6 anni di reclusione. La Corte di Cassazione conferma la condanna. La svolta nel 2019 con il nuovo legale Luigi Fornaciari Chittoni, che procede con denuncia per calunnia alla Procura di Novara nei confronti della straniera. Il gip di Novara ordina nuove indagini e in particolare di risentire la fidanzata dell’epoca e un medico di Medici senza frontiere che confermano che il Nikolli all’epoca non fosse in Italia.
L’avvocato deposita allora il ricorso per revisione che la quinta sezione della Corte di Appello di Milano accoglie con sentenza il 9 settembre 2022 annullando la condanna di 6 anni e disponendo l’immediata liberazione dell’uomo, che è stato detenuto per un periodo anche a Massa. Il risarcimento danni, che sarà deciso dalla Corte di Appello di Milano, è motivato dalle conseguenze fisiche, psiciche e morali subite dall’uomo, che ha visto incrinarsi anche il rapporto in famiglia dopo la condanna.
Irene Carlotta Cicora