Accusato d’aver staccato un dito nell’atrio del tribunale: ascoltati i carabinieri

Cristiano Musetti, detto Dingo, imputato per aver morso la mano alla controparte che l’aveva portato alla sbarra assieme a un’altra per stalking

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Sfilano gli ultimi teste prima della sentenza che vede Cristiano Musetti, detto il Dingo, accusato di lesioni aggravate. I fatti sono avvenuti lo scorso novembre proprio in tribunale. Lo stesso Musetti era alla sbarra con l’accusa di stalking, quando, secondo l’accusa, si sarebbe scontrato con colui che l’ha portato davanti al giudice assieme a un’altra donna.

Ieri sono stati ascoltati i carabinieri che erano intervenuti quella mattina immediatamente dopo la rissa che ha visto il Dingo coinvolto e altre due persone. I militari, davanti alla giudice Valentina Prudente, hanno confermato di essere arrivati nei minuti successivi alla presunta rissa e di aver sedato gli animi.

A farne le spese anche il capo della sicurezza del tribunale, accorso per fermare Musetti e avrebbe riportato una lesione alla spalla, costringendolo a stare lontano dal lavoro perché in condizioni di salute non ottimali. La difesa di Musetti, il legale Corrado Ceccarelli, fa leva su un fatto non di poco conto, ovvero che nessuno abbia visto l’aggressione per la quale il suo cliente viene accusato, così come nessuno avrebbe visto la spinta al capo della sicurezza.

Nella colluttazione a farne le spese maggiormente è stato colui che ha portato alla sbarra Musetti per il reato di stalking, poiché avrebbe perso una parte del dito mignolo. Musetti si è poi difeso rilasciando un’intervista al giornale, sostendo di essersi trovato in bocca la mano della controparte e di essersi limitato a difendersi. Tutti dettagli che la giustizia ora è chiamata a chiarire.

Durante l’udienza il pm Emiliano Barbieri ha prodotto un audio Whatsapp che sarebbe attribuibile allo stesso Dingo, oltre a un video realizzato dai militari per cristallizzare i presenti in tribunale subito dopo i fatti.