
di Maria Nudi
"Roberto, sarei felice se mi confezionasse una collana che crea lei" "Certo di che colore la vuole?" "Scelga lei i colori". Finisce con queste battute l’incontro che avrebbe dovuto essere una intervista convenzionale con domande e risposte con un personaggio, anzi una persona che, usando un linguaggio convenzionale, è una leggenda del territorio. Il linguaggio convenzionale non lo descrive per come è, non descrive il grande cuore e la grande conoscenza. La Nazione ha ospitato Roberto Rosi. Alzi la mano chi non lo conosce e chi non ricorda la partecipazione a SuperFlash il fortunatissimo programma di Canale 5 condotto da Mike Buongiorno. Roberto Rosi è stato campione negli anni 1984-1985 portando come materia la storia della nazionale brasiliana di calcio ai mondiali. E sì perché nella vita di Roberto Rosi lo spazio più grande è occupato dalle passioni amorose ne coltiva una cinquantina. Il cinema, il calcio, l’enogastronomia, la convivialità, l’arte nel senso più ampio che comprende la composizione di poesie. Conoscenza e non cultura, perché Roberto Rosi vive la vita in modo espansivo dove tutto è intercambiabile e dove tutto è emozione e sentimento, libertà e fantasia. Conversare con lui diventa fluire della vita. Ospite della Nazione ha scelto un abbigliamento non convenzionale: camicia gialla, mascherina intonata tutto dedicato allo sport, al cinema offrendo una visuale di vita l’opposto contrario di un sabato nello scenario del Covid 19 che offusca i colori e le emozioni.
Come ha trascorso il periodo di chiusura in casa in primavera per il Covid 19 ?
"Ho realizzato 51 collane, ho fatto ordine nella mia soffitta, ho guardato film, ho letto". La vita vissuta attimo per attimo nella sua casa alle Capanne dove, prima dello scenario Covid 19 creava eventi conviviali. Occasioni di incontro che si trasformano in eventi per la accuratezza della scelta del menù (le sue ricette sono segretissime) per l’eleganza nell’apparecchiatura e per la scelta della musica. La vita come il cinema di cui ha una conoscenza ampia.
Lei indossa un abbigliamento fuori dalla eleganza tradizionale?
"E’ un modo che esprime me stesso, quel particolare momento, un’emozione. Pensi ho circa 200 cravatte".
Lei ama viaggiare (in autostop), una scelta che contrasta con le moderne tecnologie come il computer?
"Non ho computer. Internet per me è una fanfaronata. Si pigia un tasto e si pensa di sapere tutto. Non è così. I ragazzi in questo modo pensano di poter avere tutto con la stessa facilità con cui pigiano un tasto. Bisogna avere la mente aperta".
Crede in Dio?
"Certo, non in quello dei preti. Dio per me è verità. Rispetto. La vittoria del bene sul male, è la natura".
Si potrebbe restare ore a parlare con Roberto Rosi ad imparare da lui quel senso di libertà e di saggezza che spesso viene sacrificato dalla banale normalità.
E allora che fare? Non resta che chiederle una collana per tornare a sognare anzi come dice Roberto Rosi: catturare le stelle.