"Vorrei che Lucca diventasse un polo culturale e musicale"

A tu per tu con Mia Pisano, assessore alla Cultura. Tanti i temi: dal centenario pucciniano al museo della città alla volontà di riaprire il Caffè Di Simo

Migration

Lucca polo museale e culturale: ecco il sogno nel cassetto di Mia Pisano, da poche settimane assessore comunale alla Cultura. Maturità classica, avvocato, già garante dei diritti dei detenuti, Pisano, 39 anni, ha raccolto 232 preferenze in Difendere Lucca, risultando prima degli eletti.

Quali sono le linee fondamentali che vuole caratterizzino il suo assessorato?

"Uno dei punti fermi sarà naturalmente il Centenario pucciniano, accanto a esso, mi muoverò a favore della riscoperta delle tradizioni e della cultura lucchese, incentiverò i rapporti con le associazioni locali e non, oltre a sviluppare progetti che durino nel tempo e che diano a Lucca un respiro che va oltre quello attuale. In poche parole, vorrei portare Lucca a essere un polo culturale e musicale".

Nelle sue intenzioni c’è anche l’organizzazione di mostre di livello nazionale?

"Assolutamente sì, e che siano anche in grado di attirare flussi turistici".

Cosa non ha condiviso della precedente gestione amministrativa della cultura?

"Credo sia stata troppo superficiale, che abbia limitato le potenzialità senza portare Lucca al centro di eventi di spessore".

A proposito: assessore o assessora?

"Assessore, ho fatto già cambiare tutte le cartelline, vale anche per la professione: sono avvocato".

Qualcuno con la sua nomina, si immaginava, o forse sperava per poi impostarci la polemica di turno, di vedere parata stile anni ‘30.

"Preconcetti: miriamo a fare, e a fare bene e a ascoltare cosa ci viene richiesto dalla cittadinanza".

Che clima ha trovato in Comune?

"In giunta, un grande spirito di collaborazione, basti pensare anche alla prossima iniziativa gestita insieme all’assessorato al Turismo; quanto alla macchina comunale, ho trovato tante persone che si sono messe a disposizione e che ci stanno aiutando a entrare dentro le questioni tecniche".

Nei giorni scorsi ha ribadito il suo impegno per la riapertura del Caffè Di Simo.

"C’è la volontà di arrivare a una riapertura, è la mia personale volontà come quella di Difendere Lucca che sul tema porta avanti una battaglia da tempo. Ho chiesto un appuntamento in Soprintendenza, visto che dietro la questione c’è un evidente riflesso culturale. Quanto alla proprietà, c’è tutta la mia disponibilità a confrontarmi, devo dire però che negli anni passati non mi pare ci sia stata da parte loro la volontà di interfacciarsi con il Comune".

Favorevole a un museo della città?

"Sì, servirebbe, come servirebbero più strutture museali in generale: del resto, gli spazi non mancano. Insieme al consigliere delegato Lorenzo Del Barga ci stiamo già lavorando".

Centenario pucciniano: quali i primi passi?

"Abbiamo iniziato a riallacciare i rapporti con Viareggio, dopo le tensioni registrate con la scorsa amministrazione. Beatrice Venezi è un’eccellenza che non possiamo farci scappare per questa occasione e contiamo possa offrire il suo contributo anche oltre lo spazio del centenario".

Come riavvicinare i lucchesi alla cultura e alla storia cittadina?

"Mettendo in cartellone eventi come quello del 10 agosto dove con poca spesa si può far riavvicinare i lucchesi a Puccini, Boccherini e Catalani, oltre a offrire loro la possibilità di vedere le casermette sulla Mura e conoscere le tante realtà che ospitano. Va trovato il modo di organizzare più eventi per la città".

Teatro del Giglio: i problemi non mancano.

"Detto che per quanto mi riguarda il Teatro ha bisogno di una sua orchestra, e a questa idea stiamo lavorando, c’è bisogno di alcuni interventi di rilancio, sul tavolo c’è anche la questione della veste giuridica da assegnarli".

Il Comune continua a stanziare importi notevoli a favore della Cultura: ci state mettendo mano per capire come muovervi?

"Ho già cominciato a ricevere le realtà: dobbiamo naturalmente controllare come sono stati spesi i soldi e se vale la pena portare avanti i progetti o meno: non si può dare spazio a progetti che hanno fatto o fanno poco per la città. Per parte mia, sono ovviamente disposta a valutare tutte le proposte".

Fabrizio Vincenti