E' morta Vania, l'infermiera bruciata viva dall'ex / FOTO

Vania Vannucchi aveva accettato di incontrare Pasquale Russo per l'ultima volta. "Capirà che tra noi è finita"

Pasquale Russo e Vania Vannucchi

Pasquale Russo e Vania Vannucchi

Lucca, 3 agosto 2016 - Non ce l'ha fatta Vania Vannucchi, la 46enne operatrice sociosanitaria, bruciata viva ieri pomeriggio dall'ex Pasquale Russo, che intorno alle 13 aveva ridotto la donna, nel piazzale dell'ex ospedale di Lucca, in una torcia umana. Vania aveva riportato ustioni nel 90 per cento del corpo, lottando per quasi 18 ore tra la vita e la morte. Alle 6 di stamani il suo corpo ha ceduto all'ospedale di Cisanello di Pisa dove era stata ricoverata.

Troppo gravi e profondele bruciature che avevano macellato la sua pelle. Ieri Vania e Pasquale si erano incontrati, forse, per un ultimo chiarimento. Lui non si voleva arrendere alla fine di quella relazione. Vania lo aveva confidato anche all'ex marito Andrea, carabiniere che lavora a Firenze.

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Lui insisteva per vederla. Era assillante e minaccioso. Così lei ha accettato ieri l’ennesimo incontro chiarificatore, in una zona appartata vicino al magazzino dell’Asl, a cento metri dalla sua abitazione. Ma era una trappola. Lui, dopo aver capito che era davvero finita, ha perso la testa e ha deciso di fargliela pagare. Ha preso una bottiglia piena di benzina e gliel’ha rovesciata addosso, trasformandola in una torcia umana. Poi è fuggito in scooter.

Era stata la stessa donna, prima di perdere conoscenza, a fare il nome di Pasquale mentre i soccorritori la portavano in ospedale: "E' stato Pasquale, è stato Pasquale... avvertite i miei familiari".

È stato Pasquale, ovvero Pasquale Russo, anche lui di 46 anni che lavora in un’altra cooperativa per la stessa Asl, sposato e con 3 figli. Per qualche tempo avevano avuto una relazione prima che lei lo lasciasse. Raccontano non si fosse mai rassegnato e che per questo la perseguitasse anche picchiandola. Quando la polizia è andata a casa ad arrestarlo, nonostante sul braccio avesse una piccola ustione, ha continuato a negare.

Gli inquirenti hanno ricostruito che l'uomo - che è stato arrestato appunto poche ore dopo l'aggressione nella sua abitazione e adesso si trova in carcere a Lucca - era ossessionato da Vania. I due in passato avevano avuto un'amicizia che con ogni probabilità era sfociata in una vera e propria relazione. Quanti lavoravano con loro ricordano di averli visti ripetutamente insieme proprio all'ex ospedale di Lucca, all'epoca in cui l'infermiera lavorava come barelliera per la Coopservice, un'altra cooperativa di servizi legata all'Asl di Lucca. Un rapporto che poi si era interrotto. Secondo quanto appreso, da un anno avevano smesso di frequentarsi, anche perché la donna era andata a lavorare all'ospedale di Cisanello di Pisa. L'aggressore non aveva accettato la cosa. La donna da qualche anno si era separata dal marito. Secondo gli inquirenti, continuava a importunarla con telefonate e sms. Fino all'epilogo di ieri, quando i due si sono visti di fronte al vecchio ospedale di Lucca.

Intanto stanotte la famiglia di Vania ha sperato per tutta la notte che il corpo martoriato della donna rispondesse alle terapie e invece alle 6.30 i medici hanno comunicato ai genitori, ai figli di 15 e 21 anni e all'ex marito e padre dei due ragazzi che l'operatrice sociosanitaria non ce l'aveva fatta. È stato l'ex marito di Vania, appuntato dei carabinieri, a ricevere la comunicazione ufficiale della morte dai responsabili del centro ustioni dell'ospedale di Cisanello. Subito dopo, sconvolti dal dolore, i familiari hanno lasciato l'ospedale mentre la salma è stata trasferita all'istituto di medicina legale a disposizione dell'autorità giudiziaria di Lucca.