
Addette ai vaccini in una struttura Asl della Toscana
Lucca, 27 marzo 2021 - “Mi dispiace dirlo ma con questa campagna dei vaccini Giani sta dimostrando di non essere all’altezza del posto che occupa, sarebbe meglio che si facesse da parte“. Un affondo lucido anche se in una giornata di dolore straziante per Gabriella Fantozzi Di Marco, vulcanica imprenditrice titolare del marchio doi abbigliamento Dik Sportswear con sede ad Altopascio. “Oggi sono stata al funerale di un carissimo amico colpito da Covid, della mia età, 83 anni – premette –. Forse non sarebbe morto se il dottore avesse potuto vaccinarlo, se la campagna non andasse così a rilento per gli ultraottantenni. Sicuramente non sarebbe morto solo, come invece succede a chi contrae il virus, deve combattere in ospedale e viene allontanato dai propri affetti per il rischio contagio. Non si può andare avanti così. Dopo settimane dall’avvio della campagna di vaccinazione io, 83enne, dal medico di famiglia ho ancora 80 assistiti davanti a me. A ritmo di 6 dosi a settimana, o 12 se va di lusso, ci vorranno mesi. Mesi vorranno dire ancora ricoveri e ancora morti. Non ne faccio un caso personale, è una vera vergogna“. E mentre scompare, tardivamente e solo in scia alle polemiche, la finestra di prenotazione del vaccino da parte dei giudici, avvocati e praticanti, ribolle la rabbia di chi è ancora in attesa – la stragrande maggioranza degli over 80, e anche dei cosiddetti “vulnerabili“– malati oncologici, diabetici, cardiopatici ecc – che si disperano invano sulla tastiera del computer a caccia di un squarcio nel portale “prenota vaccino“.
E poi c’è anche la vicenda, surreale, di una coppia di “immigrati“, come si definiscono loro, lei di origine turca, lui della Georgia, residenti nella nostra città da tempo. “Il mio compagno ha 87 anni, è un ex docente di diritto – ci spiega la signora Emel Serio, a sua volta titolare di un curriculum di tutto rispetto, consulente manager aziendale –. In pratica ho dovuto pagare 600 euro per avere diritto al vaccino. Perchè? In pratica essendo ’immigrati’, soggetti a rinnovo annuale del permesso di soggiorno, non risultavamo negli elenchi dei vaccinabili contro il Covid. E questo anche se un mese prima ci eravamo vaccinati contro l’influenza“. Un caos tipicamente italiano. “Il medico ci ha spiegato che la lista per i vaccini anti Covid gli arriva dalla Regione. Noi, come stranieri, non eravamo inclusi pur avendo diritto al vaccino come gli altri. Così sono andata a fondo della vicenda, perdendo tre giorni pieni, e con la grande disponibilità della signora Mariella del distretto di Marlia. E’ lei la dimostrazione che l’Italia sopravvive al caos che genera grazie a queste persone di gran cuore. Alla fine ho appurato che con una pensione di 8mila euro per aver diritto al medico di famiglia, e quindi al vaccino anti-Covid per il mio compagno, devo pagare 600 euro. Così ho fatto. La quota versata vale solo per un anno: dita incrociate affinché il vaccino arrivi prima“.