Una spedizione in Sudan per ricordare Carlo Piaggia

In Africa una delegazione di storici e studiosi guidata dal sindaco Menesini. A Karkog sarà esposta una targa in omaggio all’esploratore capannorese

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Il sindaco di Capannori Luca Menesini, il prossimo 27 febbraio partirà alla volta del Sudan per rendere omaggio all’esploratore capannorese Carlo Piaggia. Il primo cittadino sarà accompagnato da esponenti dell’Istituto Storico Lucchese e dallo studioso Luca Lupi. Quest’ultimo è un esperto della Dancalia (il triangolo di Afar è una regione del Corno d’Africa che comprende lo Stato di Gibuti e parte dell’Eritrea e dell’Etiopia), fotografo, scrittore, divulgatore scientifico, ricercatore, vulcanologo, docente, profondo conoscitore della cultura africana.

Ha scritto anche un libro su Piaggia di cui in questi giorni cade l’anniversario della morte, avvenuta il 17 gennaio 1882 a Karkog, nel Sudan Meridionale. Proprio qui sarà posta una targa, l’altra a Khartoum, dove la spedizione potrà contare anche sull’appoggio logistico dell’Istituto comboniano e dell’ambasciata italiana. L’obiettivo era valorizzare questa figura, così conosciuta nel Mondo. Un lavoro di quattro anni, con una ricerca certosina di documenti e notizie. Un progetto pluriennale del club per l’Unesco di Lucca avviato dal professor Giorgio Tori curatore di alcuni articoli all’interno del volume condiviso dall’ambasciatore Nuraldin Satti, già ministro degli Esteri in Sudan e che ha lavorato al fondo Internazionale per la promozione della Cultura Unesco e da Fabrizio Lobasso ambasciatore Italiano in Sudan.

Quando sembrava tutto pronto, compreso il finanziamento concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio, nel 2019, tensioni sociali e politiche nello Stato africano prima, la pandemia poi, suggerirono di rinviare. Adesso però ci siamo. Dopo la statua posta in centro, vicino alle scuole elementari lo scorso 30 settembre, il capoluogo della Piana celebra uno dei suoi figli, nato a Badia di Cantignano. La famiglia di Piaggia era composta da padre, madre e sei fratelli. Tutti lavoravano nelle terre o nel mulino di proprietà. Iniziò a ricevere un’adeguata istruzione dal parroco del paese, appassionandosi alla lettura dei libri ma dovette abbandonare questa passione per continuare a svolgere le sue mansioni all’interno dei campi. All’età di ventidue anni perse, a causa del colera, la madre, tre fratelli e due sorelle. Consumato dal dolore e dai gravi problemi economici in cui si trovava la famiglia, il 1º maggio del 1851 decise di lasciare l’Italia per svolgere attività lavorative a Tunisi e ad Alessandria. Compiuti i ventinove anni di età, nel 1856-57 iniziò il suo primo viaggio esplorativo del corso del Nilo, partendo da Khartoum, dove si uniscono i due rami principali del fiume più lungo del pianeta, Bianco e Azzurro.

Dopo un primo ritorno a Lucca, nel 1860 accompagnò Orazio Antinori nel viaggio lungo il bacino del Bahr el Ghazal (il fiume delle gazzelle), nel Sudan meridionale. Ha lavorato anche per la Società Geografica Italiana. Un personaggio che avrà un posto di rilievo anche durante le celebrazioni del bicentenario del Comune, che sarà festeggiato il 23 settembre del 2023, insieme ad altri capannoresi celebri.

Massimo Stefanini