“La preoccupazione è questo sblocco dei cantieri, a lungo invocato, sia una bolla destinata a durare qualche anno e che poi torni tutto come prima. E non ci vorrebbe dopo venti anni di sofferenze nelle costruzioni“. Riflessione che riporta con i piedi per terra quella di Lorenzo Sichei, referente Filca Cisl. “L’altra criticità è data dal fatto che si fa tutto troppo in fretta, troppi lavori con mancanza di manodopera e prezzi di materie prime e infrastrutture schizzati fuori dai listini di sempre, senza controllo. Un quadro – sottolinea Sichei – che non aiuta la sicurezza nel momento in cui avremmo invece bisogno di imprese strutturate, di programmazione e organizzazione del lavoro. Al centro di tutto la formazione e il rispetto del contratto di lavoro“.
“Siamo stati felici per la firma di un contratto provinciale che è una solida base per ogni lavoratore ma poi succede che nei cantieri si riscontrano contratti anomali che non riguardano il settore edile. E poi troppi lavoratori autonomi – dichiara –. Se non c’è legalità non c’è sicurezza, questo è l’aspetto essenziale della questione. Nei cantieri serve personale qualificato e formato. Se invece arrivano cottimisti, ditte esterne con contratti diversi che non hanno fatto nemmeno la formazione perchè per loro non è un obbligo, se un cantiere si affolla di imprese e lavoratori che rispondono più a se stessi che alla “casa madre“ allora il problema diventa serio. E la sicurezza molto scivolosa“.
La denuncia chiara e forte è sintetizzata in poche, pesantissime parole dal referente Filca Cisl: “C’è troppa illegalità nei cantieri, un settore che già soffre più di altri per il rischio infortuni e infortuni mortali. Noi siamo soddisfatti del risultato raggiunto con il contratto provinciale, ma vogliamo imprese serie, che pagano regolarmente i contributi alla Cassa Edile, rispetto a tante che mettono a repentaglio il settore non rispettando i contratti di lavoro e facendo concorrenza sleale“. Ma in tutto ciò cosa rischia il committente? “Rischia molto – spiega –, anche penalmente, già dalla scelta dell’impresa che deve rispettare i contratti e tutta la normativa adeguata nel tempo sul versante sicurezza. L’altro fatto, e questo è anche frutto dell’accordo tra sindacati nazionali e Ministero del lavoro, i fondi Pnrr, compreso quindi il 110 per edilizia, rischiano di saltare se le imprese li applicano correttamente. In buona sostanza in quel caso il committente rischia di non potervi accedere e dunque di perdere definitivamente il beneficio del rimborso che aveva messo in preventivo“. E non è un dettaglio irrilevante.
L.S.