Tragedia di Torre, ok al super perito. Indagherà sul tubo del gas forato

L’ipotesi è una rottura per “infragilimento da idrogeno“. Udienza a porte chiuse dal gip il 22 febbraio

Tragedia di Torre, ok al super perito. Indagherà sul tubo del gas forato

Tragedia di Torre, ok al super perito. Indagherà sul tubo del gas forato

Novità nelle indagini sulla tragica esplosione di gas a Torre del 27 ottobre 2022, costata la vita a Luca Franceschi, 69 anni, la compagna Lyudmyla Perets di 44 e la 26enne Debora Pierini, che pure riuscì a dare alla luce con un cesareo di emergenza il piccolo Dante. Il gip Alessandro Trinci, in fase di incidente probatrio, ha infatti ufficializzato l’incarico al nuovo consulente tecnico nominato dalla procura, l’ingegner Marco Ormellese del Politecnico di Milano, incaricato di accertare le cause che hanno dato luogo all’evento corrosivo che ha fatalmente forato la tubatura del gas a Torre. Il giudice ha concesso termine per il deposito della perizia sino al 10 febbraio e confermato per l’esame l’udienza del 22 febbraio prossimo.

Il nuovo super perito dovrà chiarire un nodo cruciale, ovvero l’ipotesi che la rottura della tubatura del gas a Torre sia stata dovuta un “infragilimento da idrogeno“, ovvero un indebolimento del tubo di acciaio dovuto a un fenomeno chimico legato a un eccesso di “protezione catodica“ della conduttura stessa. Insomma, una sorta di paradosso: il tubo potrebbe essere stato infatti indebolito e bucato negli anni proprio da un “sovradosaggio“ (rispetto ai limiti normativi) della tecnica elettrochimica di salvaguardia impiegata normalmente per proteggere dalla corrosione le strutture metalliche interrate.

Nei mesi scorsi il pm Antonio Mariotti, alla luce di alcune risultanze investigative, aveva chiesto e ottenuto dal gip Trinci di inserire altri 5 indagati, figure tecniche di vertice della Gesam, collegate alla realizzazione, collocazione e manutenzione della prima tubatura del gas dell’edificio saltato in aria, in qualche caso risalenti addirittura agli anni 1992-93. Gli indagati sono dunque adesso saliti a 42, anche se molti verranno “scremati“ al termine della fase preliminare: per tutti, i reati ipotizzati sono comunque omicidio colposo plurimo, esplosione, crollo colposo e lesioni personali.

Paolo Pacini