
I Gli esami dei campioni affidati ai laboratori Arpat di Firenze e di Lucca
Lucca, 15 settembre 2016 - Va avanti con campionamenti Arpat in depuratori e aziende e il sequestro di documenti da parte della Finanza, la maxi inchiesta della Dda di Firenze che ha portato all’esecuzione di 6 clamorosi arresti nell’ambito dello smaltimento dei rifiuti in Lucchesia, per traffico illecito di rifiuti, truffa alla Regione e falso ideologico. Un’indagine tutt’altro che conclusa. Ai domiciliari Mariano Fornaciari, 61 anni e il figlio Martino di 34, della «3F Ecologia»; Felicino Del Carlo, 50 anni di Porcari e il figlio Federico di 26, della «DC Green»; Alessandro Salutini, 52enne di Pontedera residente a Porcari e Gianni Pagnin, 65enne di Padova della «Coimpo». Molti sono nomi che erano balzati agli onori della cronaca anni addietro per vicende analoghe. Eppure tutti in possesso di regolari autorizzazioni.
Un filone adesso investe la Lucart Spa e l’Industria Cartaria Pieretti insieme alla ditte 3F Ecologia deiFornaciari, Ve.Ca. Sud e Rea Impianti per quanto concerne il pulper che secondo gli inquirenti conteneva sostanze non ammesse (derivati della plastica, polistirolo, fanghi originati dalla de-inchiostrazione della carta) e non doveva essere smaltito con quelle modalità nei termovalorizzatori, ma da cui hanno conseguito un ingiusto profitto di 2,2 milioni di euro. Oltre 9mila tonnellate di questo pulper finì nel 2013 nel contestato impianto di bricchettaggio della Css Energy a Gallicano.
Un altro filone riguarda il conferimento dei fanghi provenienti dal trattamento biologico delle acque reflue industriali e investe la DC Green dei Del Carlo, la Coimpo, la Pieri Ecologia, la Tuccillo Trasporti, ma anche, sia pure con ruoli diversi, il legale rappresentante o responsabile degli impianti di depurazione del Consorzio Torrente Pescia, della società Gaia, della società Geal e della società Sea Risorse di Viareggio. Prelevati campioni anche nell’impianto di depurazione gestito a Lucca da Geal, a quello di Gaia e all’impianto della Migliarina di Sea Risorse. Si cerca di stabilire il livello di tossicità dei fanghi. I gestori dicono di essere in regola, ma anche qui si ipotizza un illecito guadagno di oltre 2 milioni e mezzo di euro per le ditte appaltatrici che li hanno gettati nei campi.
Il commento della Lucart. Allo stabilimento di Porcari di Lucart spa, la Finanza ha eseguito perquisizioni per acquisire documentazione e campioni di fanghi e pulper per conto della Dda di Firenze. «Tutto il personale dell’azienda – fa sapere la Lucart – si è messo a completa disposizione dell’autorità inquirente per facilitare le indagini. Per l’acquisizione delle informazioni necessarie alla magistratura, per atto dovuto, un collaboratore addetto alla gestione amministrativa dei rifiuti, oltre al legale rappresentante dell’Azienda, sono stati iscritti nel registro degli indagati». «Lucart ha sempre affidato il conferimento e trattamento dei rifiuti industriali derivanti dalla produzione della carta ad aziende autorizzate dalle competenti autorità a ricevere e trattare questi materiali. Si tratta di rifiuti speciali industriali e non di rifiuti tossici e nocivi. L’azienda ha piena fiducia nei suoi collaboratori e nella magistratura che svolge le indagini, sicura che verrà comunque riconosciuta la correttezza del proprio operato. Negli ultimi anni Lucart ha investito molto in progetti di ricerca e sviluppo innovativi per risolvere i problemi legati alla gestione degli scarti derivanti dalla lavorazione dei maceri, comuni a tutto il distretto cartario, che da anni attende dalle istituzioni una definizione dei piani di smaltimento di questa tipologia di rifiuti. L’azienda ha già autonomamente trovato soluzioni sostenibili per la gestione di buona parte di questi materiali e ha in avanzata fase di sviluppo altri due progetti per risolvere integralmente il problema».
Sea Risorse. L'inchiesta sui fanghi di depurazione usati per concimare? Sea Risorse si dice «estranea alla vicenda» e sta valutando la possibilità di adire alle vie legali in quanto parte lesa. «Gli ispettori di Polizia Giudiziaria – afferma una nota della Sea Risorse – hanno visitato l’azienda martedì 13 settembre, trovando porte aperte e massima collaborazione e acquisendo tutta la documentazione loro necessaria per attestare l’iter dei fanghi da depurare che interessa l’azienda esclusivamente per la fase di trattamento all’interno dello stabilimento di Viareggio. Come risulta dai documenti forniti dall’azienda agli ispettori, che per prassi hanno iscritto nel registro degli indagati tutti i soggetti interessati dal percorso fatto dai fanghi e quindi anche l’azienda viareggina, Sea Risorse tratta i fanghi del depuratore di Gaia, li tratta all’interno dello stabilimento e li consegna a un trasportatore incaricato da Gaia, che ha rapporti economici esclusivamente con Gaia». «È estranea a Sea Risorse ogni decisione sulla destinazione di tali fanghi. L’azienda ha subito reso dichiarazioni spontanee agli ispettori ed ha offerto la sua piena disponibilità all’indagine tesa ad individuare i responsabili».
Le reazioni a Gallicano. C’è sconcerto e preoccupazione anche da parte della popolazione e dell’amministrazione di Gallicano, dopo le allarmanti notizie apprese a mezzo stampa, che riportano con prepotenza l’attenzione sul grado di possibile inquinamento prodotto dall’impianto di bricchettaggio di Gallicano, in gestione alla Css Energy. Qui nel 2013 finirono oltre 9mila tonnellate di pulper. Già sotto i riflettori per le emissioni maleodoranti prodotte in passato che si propagavano in tutta la Valle del Serchio, l’azienda fu chiusa nel gennaio 2015, alla vigilia di una visita di controllo ispettivo sulla messa in sicurezza ambientale, dopo un incendio alla torre esterna che ne aveva compromesso la funzionalità e le cui cause non sono state ancora chiarite. «L’amministrazione comunale di Gallicano aspetterà che i suoi legali abbiano in mano le carte dell’inchiesta in atto per fare chiarezza – dichiara il sindaco di Gallicano, David Saisi – se le preoccupanti notizie saranno confermate agiremo con fermezza nelle sedi opportune».