REDAZIONE LUCCA

Stragi nazifasciste, il sindaco di Sant’Anna di Stazzema scrive Mattarella

Dopo il ricorso dell’Avvocatura dello Stato sulle sentenze di risarcimento: “Evitiamo che le vittime lo siano due volte”

Il monumento alle vittime della strage di Sant'Anna di Stazzema

Sant’Anna di Stazzema (Lucca), 23 dicembre 2023 – Il sindaco di Sant’Anna di Stazzema, Maurizio Verona, ha scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per chiedere un suo intervento sul tema dei risarcimenti per le stragi nazifasciste.

L’intervento arriva a margine della decisione, da parte dell’Avvocatura dello Stato, di presentare ricorso in appello sulle prime sentenze che condannano la Germania al pagamento dei danni. I soldi che spettano ai familiari delle vittime arrivano da un fondo istituito dal Governo Draghi nel 2022, ma la strada è ancora in salita.

"Egregio Presidente – si legge nel testo diffuso dal sindaco Verona – non resta che scrivere a Lei per avere un po’ di giustizia. Per anni le stragi nazifasciste sono state dimenticate, un oblio di Stato, voluto da chi ha cercato di non fare i conti con il nostro passato ed ha consentito così che potesse sotto la cenere non morire mai. Ci sono voluti 60 anni ed oltre per avere giustizia per scrivere chi fossero i responsabili delle stragi, nazisti e fascisti che hanno impunemente potuto invecchiare senza portare su di loro l’infamia di quello che avevano compiuto. Per anni anche da Sant’Anna di Stazzema non si è chiesto che verità, senza chiedere nulla per madri, padri, fratelli, sorelle, parenti, amici ed amiche uccisi ed uccise in modi spesso inenarrabili per la crudeltà con cui è stato compiuto il massacro”.

Prosegue la lettera. “Poi si è aperto questo spiraglio nel 2022 che istituiva un fondo per il risarcimento dei danni dovuti alle stragi: danni che non possono avere un prezzo o una stima ed ancora una volta si è provato a mettere freno alla voglia di giustizia con un termine di accoglimento inadeguato, troppo stretto che avrebbe impedito ai più di presentare domanda e con uno stanziamento risibile. I superstiti, i parenti delle vittime hanno dovuto in pochi mesi istruire una causa contro uno Stato, la Germania per dimostrare di avere diritto a poter accedere al fondo, a dimostrare di esserci stati in quei giorni in cui le loro famiglie erano massacrate, a dimostrare di essere “titolati”, presentando documentazioni e fogli, fare testimonianze, chiedere agli uffici elettorali certificazioni di un secolo fa”.

Scrive ancora Verona. “Come Enti locali, anche noi vittime di quella violenza, abbiamo cercato di supportare i nostri superstiti, aiutandoli ad organizzarsi per rivendicare un loro diritto ad un ristoro per le notti insonni fatte di incubi e di preoccupazioni, le notti passate a sognare i propri familiari, un ristoro ad una vita distrutta in poche ore. Un trauma che riguarda anche le successive generazioni che hanno dovuto fare i conti con una storia che non passa mai, un qualcosa che è impossibile dimenticare”.

Si legge inoltre: “In merito alla Strage di Sant’Anna di Stazzema abbiamo promosso tre cause di fronte al Tribunale di Firenze. 92 persone nella prima, 19 nella seconda e altri 14 nella terza, per una richiesta risarcitoria di oltre 130 milioni di euro. Si è dovuto dare un prezzo al dolore. Ci vorranno almeno due anni, ci dicono i legali, per una sentenza del primo grado. Le prime cause per altre stragi che erano partite precedentemente sono già giunte alla prima sentenza e l’Avvocatura dello Stato che secondo il decreto istitutivo del Fondo può procedere a transazione, ha invece fatto appello”.

Conclude quindi la lettera: “Caro Presidente, mi chiedo che Italia è quella in cui lo Stato va contro i suoi cittadini che chiedono un po’ di ristoro alle loro sofferenze. Mi chiedo se davvero la sovranità appartenga al popolo, se si possa dire che lo Stato faccia gli interessi di tutti. Se non interviene una transazione tra Avvocatura e ricorrenti, finirà che queste vittime lo saranno di nuovo, come lo furono dei nazifascisti e delle decisioni di non fare verità e moriranno tutti senza la serenità di aver potuto avere un qualcosa che sia di ristoro alla loro sofferenza seppur in modo simbolico. Moriranno con la sensazione di uno Stato ostile che ancora una volta rimescola le carte, rimanda e che magari vuole di nuovo occultare”

“Le chiediamo un intervento, una parola nel Suo discorso di fine anno, in cui poter ricordare anche queste vittime perché non siamo vittime di nuovo per l’ennesima volta”