Voluto e progettato per dare conforto, riposo e ristoro ai lucchesi durante il loro "pubblico passeggio", ha vissuto tante vite, tra resurrezioni e decadenze che, in nome delle antiche virtù, ne fanno ancora oggi un luogo, prima ancora che un locale, cult e suggestivo. A distanza di quasi due secoli, l’Antico Caffè delle Mura rimane l’anello di congiunzione tra le vecchie Mura rinascimentali a forte valenza militare a quelle Ottocentesche riconvertite a Pubblico Passeggio con panchine, platani e accessi pedonali. Fu proprio in nome di questa nuova funzionalità assegnatele dalla madre, la duchessa Maria Luisa di Borbone, che il figlio, il duca Carlo Ludovico nel 1840 cercò di rendere sempre più attraente. Nacque così, nell’idea dell’architetto Cesare Lazzarini, la demolizione dell’antica casermetta che ospitava il corpo di guardia di stanza sulle Mura e che sovrintendeva al baluardo S.Maria, per realizzarci un locale aristocratico che facesse compagnia ai lucchesi durante le loro passeggiate, offrendo loro ristoro e un’occasione di ritrovo.
La costruzione prese forma in posizione molto più avanzata del baluardo, quasi a ridosso della scesa, nel punto dove congiungevano i venti e dove l’ombra degli alberi poteva permettere maggior riparo dalla calura. Un edificio la cui struttura era uguale a quella odierna, con una grande sala centrale destinata al ballo o ai pranzi e due laterali dedicate alle cerimonie, oltre alla sala dei servizi e in alto, un tetto a terrazza praticabile mentre sulla facciata un ampio e bel porticato supportato da colonne. Questo era il primo Caffè delle Mura che quarantacinque anni dopo fu letteralmente spostato verso la parte terminale del baluardo, nell’attuale posizione, per fare posto a sua maestà, il re Vittorio Emanuele II, scomparso nel 1878.
L’esigenza di dedicare al sovrano unificatore dell’Italia, una postazione adeguata al rango e visibile anche da lontano, lungo via Vittorio Veneto, consigliò la demolizione dell’edificio esistente e il suo rifacimento, alla stessa maniera, molto più a sud. A quel punto, il baluardo rimase in gran parte libero e potè ospitare il monumento opera dello scultore lucchese Augusto Passaglia e disporre di una grande piazza che funzionò da ritrovo dei lucchesi, divenendo il centro di molte iniziative. Ma ad inizio Novecento, quella funzione iniziò a perdersi, con la decadenza dell’edificio e l’avvicinarsi della guerra e in rapida successione, dopo aver perso la sua identità, divenne sede dell’Associazione dei reduci e mutilati di Lucca, poi sede dell’ACI e anche dell’Ente del Turismo ed ogni tentativo di riprendersi le sue originarie funzioni, periodicamente falliva. Divenne anche un salone d’arte con il pittore Salotti che ne fece un locale alla moda mentre la sua terrazza si prestò ad ospitare le famose tombolate lucchesi, con il grande cartellone dei numeri che veniva issato sul tetto da dove venivano estratti e letti i numeri che tantissimi lucchesi armati di cartelline seguivano con trepidazione in piazza. E in questa sua continua metamorfosi, divenne anche un centro sportivo d’eccellenza, ospitando la sede della gloriosa Società di atletica, la Virtus Lucca e anche il primo campo da basket in cui poterono essere disputate le partite all’aperto.