Stefano è Cavaliere della Repubblica. Quando l’impegno viene dal cuore

E’ alla guida della “Mirco Ungaretti Odv“ dedicata alla memoria del fratello e attraverso la quale intende portare la cultura della rianimazione cardiopolmonare all’interno delle scuole coinvolgendo i docenti.

di Maurizio Guccione

Una bella notizia per l’interessato e naturalmente per la Lucchesia. Stefano Ungaretti, 42 anni, dipendente della Valmet e presidente dell’associazione di volontariato “Mirco Ungaretti Odv” è stato nominato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella “Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana” adducendo quale motivazione "per l’energia profusa nel voler sensibilizzare le persone al mondo del primo soccorso". Parole importanti, meritate e sinceramente calzanti, dal momento che Stefano, dopo la morte del fratello per un arresto cardiaco improvviso, nel 2012 fondò l’associazione a lui dedicata. Una sensibilità spiccata, per una famiglia duramente colpita perché oltre il fratello, con le stesse modalità, ha strappato agli affetti anche il padre. Stefano, da allora, non si è più fermato. Oggi l’associazione guidata da Stefano conta un centinaio di soci, molti dei quali sono docenti che insegnano nelle scuole della Lucchesia, formati a loro volta per l’utilizzo del BLSD come istruttori della regione Toscana con competenze di volontario.

Ungaretti, una bella soddisfazione ricevere un riconoscimento così importante?

"Certo, sono molto contento perché vediamo riconosciuto un impegno tangibile; il nostro scopo è quello di formare persone alle manovre salvavita e questo è importante che avvenga nelle scuole, addirittura partendo da quelle dell’infanzia; abbiamo dimostrato, esportando modelli già in pratica in Paesi come la Danimarca e l’Olanda, che la conoscenza e la tempestività della rianimazione cardiopolmonare, se diffusa, potrebbe salvare la vita a 40mila persone delle 70mila colpite ogni anno da questi eventi".

Volontariato e scuola: qual è l’approccio dell’associazione?

"Esattamente quello di prevedere, in ogni Istituto, ore di lezione per imparare a utilizzare il defibrillatore e quindi le manovre correlate; a Lucca stiamo svolgendo questa collaborazione in tutte le scuole superiori e contiamo di allargare massicciamente anche agli altri gradi di istruzione; questo è possibile grazie alla formazione dei docenti che diventano a loro volta volontari dell’associazione; abbiamo realizzato tutto questo grazie alla collaborazione con l’Ufficio scolastico interprovinciale e con la centrale operativa del 118 che ringrazio".

Che cosa rimane da fare per diffondere quanto più possibile questa conoscenza?

"Proprio nei giorni scorsi mi sono recato a Roma per sensibilizzare politicamente l’introduzione dell’obbligatorietà delle ore di lezione a scuola, partendo dalla legge 116 dell’agosto 2021".

Si parla addirittura di un “modello Ungaretti”.

"Sì, il nostro obiettivo è quello di diffondere le pratiche di rianimazione cardiopolmonare facendo diventare le scuole il luogo adatto per eccellenza; agli studenti, peraltro, queste ore possono essere riconosciute per i crediti formativi; la nostra associazione ha creduto da sempre alla divulgazione della cultura della prevenzione e alla consapevolezza, perché se una manovra è ben fatta ed è tempestiva, può rappresentare la differenza tra la vita e la morte".