Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil esprimono di nuovo preoccupazione per il perdurare dello stato di crisi dello stabilimento KME di Fornaci , che ha determinato il prosieguo del contratto di solidarietà da questo settembre al settembre 2025. L’azienda, fanno sapere i sindacati, ha infatti nuovamente presentato richiesta del contratto di solidarietà per la totalità degli addetti, per un anno, con l’auspicio di interromperla in caso di rientro di volumi di produzione.
"Il problema però – scrivono i sindacati – è che in questo momento perdura la crisi del settore metallurgico, che vive commercialmente di richieste schizofreniche che costringono i lavoratori, nonostante i carichi di lavoro siano complessivamente bassi, a dover rincorrere le consegne, per poi tornare a essere posti in solidarietà fino all’arrivo del materiale o di un nuovo ordine di lavoro".
Per Fornaci poi ad aggravare la situazione c’è anche un altro fatto. Purtroppo, sottolineano FIM,FIOM e UILM, non si è ancora risolta la questione del sequestro del Forno Flottante 1dove a maggio scorso ha perso la vita l’operaio barghigiano Nicola Corti.
Il dissequestro da parte delle autorità ancora non c’è stato e questo ancora oggi costringe l’azienda a spostare parte della produzione nello stabilimento tedesco di Osnabrück. "Una situazione – dichiarano i sindacai - che, pur nella sua gravità, se perdurasse potrebbe essere addirittura peggiore, perché gli ordini potrebbero essere trasferiti verso altri siti (oggi scarichi ed alla ricerca di commesse), con il forte rischio che non rientrino più a Fornaci di Barga. Fino ad oggi la situazione è stata gestibile perché il carico di ordini è stato basso e al di sotto del previsto. Se, come tutti auspichiamo, dovessero rientrare volumi importanti di commesse, dato lo stato attuale delle cose, la situazione diverrebbe ingestibile".
Per sindacati quindi è auspicabile una rapida normalizzazione della situazione produttiva e degli impianti, se si vuole garantire allo stabilimento di Fornaci le sue potenzialità competitive e capacità produttive in un gruppo che è leader del mercato europeo e globale, a cui non mancano certamente le alternative sul piano industriale.
Luca Galeotti