Lutto nel mondo della lirica, è morto il baritono Silvano Carroli

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Silvano Carroli

Silvano Carroli

Lucca, 5 aprile 2020 - Il cantante lirico Silvano Carroli, baritono dalla carismatica ed emozionante presenza vocale e scenica, è morto ieri all'età di 81 anni nella sua casa di Lucca, dove viveva da tempo.

Carroli si è dedicato negli ultimi 20 anni anche all'insegnamento con la cattedra di canto presso la scuola per tenori della Fondazione Del Monaco. Applaudito in tutto il mondo, Carroli è stato un eccelso interprete del repertorio pucciniano, da "Tabarro" a "Tosca" fino alla "Fanciulla del West", ma ha cantato moltissimo anche Verdi, fin dall'inizio della carriera, che lo vide esordire al Teatro La Fenice di Venezia nel 1963. Come Scarpia, uno dei suoi ruoli più amati, venne applaudito nel 1986 al Maggio Musicale Fiorentino nella "Tosca" ambientata da Jonathan Miller nelle stesse atmosfere di "Roma città aperta".

Tra le sue ultime e più applaudite esibizioni quella del 2008 che lo ha visto protagonista in due produzioni della "Fanciulla del West": al Teatro dell'Opera di Roma e al Convent Garden di Londra con la direzione di Antonio Pappano. Nato a Venezia il 22 febbraio 1939, Carroli studiò con Marcello Del Monaco e completò la preparazione lirica sotto la guida personale del celeberrimo Mario Del Monaco, vincendo subito dopo il concorso per l'ammissione al Teatro La Fenice di Venezia, dove debuttò nel ruolo di Marcello ne "La Bohéme" di Giacomo Puccini con Mirella Freni e Giacomo Aragall per la regia di Franco Zeffirelli. Dal 1966 iniziò ad affrontare i più impegnativi ruoli del repertorio lirico verdiano, interpretando Ezio nell'"Attila", Jago in "Otello", Renato in "Un ballo in maschera", Don Carlo ne "La forza del destino", Monforte ne "I vespri siciliani", Giorgio Germont ne "La traviata", "Simon Boccanegra", "Macbeth", Nabucodonosor in "Nabucco", Pagano ne "I Lombardi alla prima Crociata", Amonasro in "Aida".

Catturata l'attenzione di pubblico e critica, Carroli iniziò una rapida scalata di successi che lo portarono ad ampliare rapidamente il repertorio e a esibirsi, sempre in ruoli di primo piano, nei più prestigiosi teatri italiani, europei e statunitensi. Ha inaugurato le stagioni della Scala di Milano e del Metropolitan di New York e ha cantato accanto a colleghi celebri (Kraus, Domingo, Pavarotti, Bergonzi, Carreras, Cura, Christoff, Caballè, Dimitrova, Kabaivanska, Ghiaurov), sotto la guida dei più illustri direttori d'orchestra (Kleiber, Metha, Maazel, Savallisch, Levine, Sinopoli, Patanè, Abbado, Santi, Capuana) e registi famosi (Miller, De Hana, Faggioni, Lavia).