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Scritta a San Donato Il caso finisce in Procura

Forza Italia presenta un esposto sulla frase apparsa sul muro del Castello "Riteniamo che sia un reato e speriamo che vengano scoperti i responsabili".

Scritta a San Donato Il caso finisce in Procura

Un esposto in Procura per scoprire il responsabile della scritta, tanto discussa, comparsa sul muro della ex “Casa della Pace e della Memoria“ lo scorso aprile. È il nuovo tassello di una vicenda scoppiata fin da subito sul piano politico, in un botta e risposta tra maggioranza e opposizione che ha radici nella decisione del Comune di cambiare la destinazione di quei locali, ovvero di chiudere la Casa della Pace. La famosa scritta, notata dopo le celebrazioni del 25 aprile, che incitava alla “resistenza“, ha innescato una querelle dai lineamenti ideologici: se da una parte si urlava allo scempio e al vandalismo, dall’altra in qualche modo si giustificava il gesto. Motivo per cui, secondo i gruppi della maggioranza, alcuni consiglieri di opposizione avrebbero dovuto fare ammenda o addirittura dimettersi.

Oggi, a distanza di tempo, la vicenda passa nelle mani della Procura tramite un esposto presentato dal direttivo comunale di Forza Italia.

"E’ doveroso che sia la magistratura a fare chiarezza sugli imbrattamenti perpetrati a danno di uno dei monumenti più importati della città – evidenzia Forza Italia -. Come si ricorderà, gli atti vandalici furono commessi in occasione o, quanto meno, in concomitanza con il raduno organizzato per il 25 aprile davanti il castello: raduno finalizzato non tanto a celebrare la festa della Liberazione, quanto a protestare contro la decisione del Comune di cambiare la destinazione del Castello sopra porta San Donato, rispetto alla destinazione che gli era stata data dalla giunta Tambellini-Raspini: quella di ‘Casa della Pace e della Memoria’. E fece riflettere la circostanza per cui la facciata sia stata in quell’occasione dapprima imbrattata apponendovi proprio la scritta “casa della pace e della memoria resiste”, e poi ritratta, così deteriorata, dallo stesso consigliere Ilaria Vietina sui social, evidentemente soddisfatta di quanto accaduto". Forza Italia sottolinea poi come anche il tentativo successivo di cancellarla, abbia in realtà aggravato la situazione.

"Ebbene – conclude Forza Italia – vista la valenza paesaggistica e architettonica del monumento imbrattato, confermata dall’inserimento dello stesso nel catalogo dei beni culturali custodito presso il Ministero della Cultura, riteniamo che gli atti vandalici commessi costituiscano ipotesi di reato, e auspichiamo siano accertate e perseguite le responsabilità. Confidiamo che Vietina e Bianucci, presenti al raduno tenutosi proprio nel giorno in cui fu commesso il primo imbrattamento, collaborino con la magistratura affinché giustizia sia fatta".

Tere.Sca.