
Il cartello al punto vendita di Altopascio
Lucca, 6 giugno 2018 - Negozio definitivamente chiuso da ora in poi. Ma già ieri giornata da incubo. Una guardia giurata si è beccata un calcio per aver difeso i dipendenti presi d’assalto, (uno degli aggressori, secondo la testimonianza dei presenti, sembra sia fuggito), file e ressa già all’alba prima dell’apertura poiché si era diffusa la voce del 70% di sconto su tutti gli articoli.
Code all’interno, caos, merce sugli scaffali che si è letteralmente volatilizzata per l’elevato numero di acquirenti, con la direzione che ha dovuto affiggere un cartello all’ingresso in cui si avvertivano i signori clienti che il punto vendita di Altopascio avrebbe chiuso alle 10.15 per ragioni di ordine pubblico. Non sono mancati i momenti di tensione al Mercatone Uno della cittadina del Tau che ieri ha riaperto dopo lo sciopero e presidio dei giorni scorsi.
I lavoratori hanno protestato per la decisione della nuova proprietà, la Globo, di non conservare la forza occupazionale. Ad Altopascio manterranno il posto in una ventina, su 50 addetti attuali, a Lucca una quindicina su 42. Cambierà anche il settore merceologico, dai mobili si passerà all’abbigliamento e alle calzature.
Lunghe attese alle casse, chiusura alle 10.15 e alle 14 c’erano ancora code per ritirare la merce. Un vigilante sarebbe stato spintonato e preso a pedate da alcune persone che, con i carrelli stracolmi avrebbe voluto far entrare altri componenti familiari per farsi aiutare e che però si trovavano fuori. Ne è scaturito un diverbio piuttosto acceso. E nei prossimi giorni non è escluso che possano essere presentate delle denunce.
Davvero difficile tenere a bada tutta la folla desiderosa di portarsi via elettrodomestici o arredamento a prezzi così stracciati. Si narra pure di una lite furibonda tra due stranieri per una lavatrice, rimasta l’ultima in magazzino.
Sul posto sono dovuti intervenire i carabinieri per riportare la calma. Ma oltre la cronaca c’è il rammarico per molti addetti: «Sono entrata nel 1990 e dopo 28 anni di servizio – racconta P.G. – ho rischiato il linciaggio per aiutare a fare cassa chi non mi vuole più, adempiendo al mio dovere fino all’ultimo, perché da ora in poi con molta probabilità sarò disoccupata. L’azienda è stata la mia vita, nessuno però ci ha tutelato. Persone di 50 anni che difficilmente ritroveranno una occupazione».