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Santini e la scoperta dell’elicriso 120 anni fa l’intuizione del medico

Con intelligenza e intuito, ebbe il merito di riconoscere l’importanza terapeutica di questa pianta

Santini e la scoperta dell’elicriso 120 anni fa l’intuizione del medico

In Garfagnana lo chiamano canugioro, mentre il suo nome ufficiale è elicriso oppure elicrisio. Oggi è una pianta medicinale tra le più note e ciò si deve ad un illustre medico della Garfagnana, Leonardo Santini di Castelnuovo, nato nel 1904 a Molazzana e deceduto nella sua casa di Castelnuovo nel 1983, acuto osservatore e appassionato cultore di fitoterapia, che già negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, con intelligenza e intuito, ebbe il merito di riconoscere l’importanza terapeutica di questa pianta, oggi da molti ritenuta addirittura più efficace del moderno cortisone.

Quest’anno ricorre il 120° anniversario della nascita e alcuni estimatori, giustamente, vorrebbero ricordare questo insigne medico garfagnino, anche per farlo conoscere alle nuove generazioni, con qualche iniziativa estiva a Canigiano in comune di Villa Collemandina, una camminata lungo percorsi con piante di elicriso, un concerto d’organo nella chiesa del paese oppure una visita a Borsigliana di Piazza al Serchio, dove il dottor Santini si trovava per un consulto medico con il dottor Gustavo Chiari ed ebbe l’intuizione del valore curativo dell’elicriso.

In ricordo del dottor Santini ricordiamo nel 2005 un importante convegno scientifico internazionale a Cagliari, promosso dal Dipartimento di Scienze botaniche dell’Ateneo sardo, con luminari come i professori Mauro Ballero, Giovanni Appendino, Andrea Maxia, Elisabetta Boncompagni, Giorgio Voltolina, lo spagnolo Edoardo Munoz ed altri.

Per il dottor Leonardo Santini fu un meritato riconoscimento a livello internazionale della sua opera di ricercatore scientifico. L’anno prima, in occasione del centenario della nascita, il professor Paolo Mantegazza, rettore emerito dell’Università di Milano, aveva scritto "...centinaia di pazienti del Santini in Garfagnana, già dalla metà degli anni ‘30, gratis et amore Dei, come era nel suo stile, avevano beneficiato dei fitosteroli dell’elicriso, con cui il medico garfagnino era solito curare non solo l’artrite reumatoide, ma anche altre numerose situazioni morbose".

Dal 2004, nella Casa degli Archi nella Fortezza di Mont’Alfonso a Castelnuovo, sulla targa in ricordo di questo garfagnino benemerito ed illustre, si legge: "Alla memoria del dottor Leonardo Santini, medico che, alla scienza dell’Helichrysum italicum, dell’Adiantum capillus Veneris e di tante altre piante medicinali, di cui fu esemplare antesignano, alta e civile unì la sapienza e la dignità della professione medica, il Comune di Castelnuovo di Garfagnana e l’Amministrazione provinciale di Lucca questa Casa degli Archi della Fortezza di Mont’Alfonso, nel centenario della nascita, dedicano il 9 maggio 2004".

Dunque un medico di famiglia, uno scienziato, un filantropo che dedicò con altruismo la vita per la ricerca scientifica e per il bene dei suoi assistiti.

Ricordiamo – tanto per citare un esempio – la sua intensa attività radiologica a favore dei pazienti, praticata in tempi in cui il medico non aveva protezione di fronte agli effetti pericolosi dei raggi x.

Dino Magistrelli