Francesco
Meucci
Che poi sia una guerra ”non-convenzionale” è un altro discorso, ma per gli scenari che ci mette di fronte è un conflitto a tutti gli effetti. Dal quale dobbiamo difenderci. E quindi, se è impossibile pensare nel breve periodo a forme di energia alternative e a modelli di produzione diversi, dobbiamo per forza partire dal costruire una rete che possa parare le eventuali conseguenze sociali di quanto sta accadendo. I sindacati sono chiari: temiamo blocchi della produzione, la cassa integrazione deve essere al 100 per cento. Proposta da sottoscrivere immediatamente, a partire da tutti quelli che si candidano a sedere in parlamento dal prossimo 25 settembre. Le imprese, invece, per bocca di Tiziano Pieretti, chiedono un’inversione delle politiche energetiche a partire da subito. Anche qui ci mettiamo la firma, perché sarà un cammino lungo, ma prima iniziamo, prima arriviamo. L’unica cosa che non possiamo più fare è restare con le mani in mano, nella convinzione che si tratti di un qualcosa di fronte al quale poco o niente si possa fare. No. E’ una guerra e dev’essere combattutta che le armi che abbiamo a disposizione.