Rene tolto per un errore "I medici devono pagare"

La Corte dei Conti chiede 915mila euro ai tre professionisti condannati. Una radiologa ha già “patteggiato“. Procedimento aperto per gli altri due

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L’Asl Toscana Nord Ovest aveva dovuto versare 915mila euro di risarcimento al paziente cui nel 2016 era stato tolto per errore il rene sano al San Luca, ma ora la Corte dei Conti vuole quei soldi indietro dai tre medici condannati dal tribunale in sede penale. In realtà uno dei tre professionisti, la radiologa Claudia Gianni, ha già “patteggiato“ nel novembre scorso versando 183mila euro (su 366mila inizialmente richiesti) tramite la propria assicurazione e chiudendo definitivamente il proprio contenzioso tramite gli avvocati Nicola Pignatelli, Francesco Guastapaglia e Michele Tavazzi.

Ma la Corte dei Conti è andata avanti nel procedimento e adesso vuole la restante somma dagli altri due medici, in favore della Regione Toscana, quale ente danneggiato dai risarcimenti erogati. La contestazione della Procura, avanzata dal Procuratore regionale Acheropita Rosaria Mondera, è appunto aperta nei confronti di Stefano Torcigliani (primo chirurgo urologo) e Giuseppe Silvestri (secondo chirurgo urologo).

Un’ipotesi di risarcimento per danno erariale che globalmente ammonta alla somma di 915mila euro, dalla quale va appunto detratta però la quota della radiologa, indicata nelle contestazioni iniziali della magistratura contabile come responsabile al 40%. Per i tre medici il danno erariale ipotizzato discende, secondo l’accusa, “da un pregiudizio patrimoniale indiretto conseguente a una vicenda di negligenza professionale nell’ambito dell’attività sanitaria“.

Sempre la Corte dei Conti indica nel 40% la responsabilità di Torcigliani e nel 20% quella di SIlvestri. Durante l’udienza di giovedì nella sede di Firenze è stato discusso il caso, ma i giudici si sono riservati la decisione, che sarà resa nota tra qualche settimana.

La vicenda è purtroppo assai nota. Guido Dal Porto, di San Ginese di Compito, all’epoca 56enne, nell’aprile 2016 fu vittima di un clamoroso caso di malasanità. Fu operato al San Luca per un tumore a un rene, ma per un errore nato sulla cartella radilogica e incredibilmente protrattosi anche in sede di intervento chirurgico, gli venne tolto il rene destro sano, al posto del sinistro malato. L’errore venne scoperto solo alcuni giorni dopo. Il paziente fu poi costretto a sottoporsi a un nuovo intervento, eseguito con successo dal ottor Massimo Cecchi all’ospedale Versilia, per la parziale asportazione conservativa del rene sinistro.

La sentenza penale arrivò nel giugno 2019: sei mesi di reclusione per ciascuno dei tre medici coinvolti, con pena sospesa subordinata al risarcimento dei danni. Quei soldi che ora la Corte dei Conti rivuole indietro.

Paolo Pacini