Raspini: "Tornerò al mio lavoro In consiglio per aiutare i giovani"

Il candidato del centrosinistra commenta il risultato e annuncia la fine del suo ruolo da protagonista

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È un Francesco Raspini dai tanti volti quello il giorno dopo la sconfitta. E li mostra tutti, nessuno escluso. È un padre premuroso quando arriva al comitato in via Calderia mano nella mano con il figlio, e lo è quando parla alla sua squadra che era lì ad attenderlo. Il sorriso stampato sul volto non basta a nascondere l’amarezza del risultato, eppure non è quella a parlare. "Saper perdere bene è il presupposto per la vittoria di domani - dice ai suoi - Come dice un proverbio: nella vita o si vince o si impara. E questo per me è il momento di imparare". Si commuove quando ringrazia tutti (presenti e non) e con diplomazia si congratula nuovamente con l’avversario, ma senza dimenticare la rivalità. "Auguri a Mario Pardini, avrà l’onore e l’onere di guidare la nostra città - afferma - Chi guiderà la città deve avere il supporto di tutti quelli che hanno a cuore il bene di Lucca e noi, all’opposizione, faremo il nostro dovere, senza sconti, ma con lealtà. Sono d’accordo con lui nel dire che la città va riunita e se lo scopo è questo chi ha responsabilità di leadership deve dare segnali chiari e precisi, io lo sto facendo. Chiedo a Mario di fare lo stesso perché ieri sera sono successe cose che sono poco in linea con il suo atteggiamento".

Raspini fa riferimento ai momenti di tensione nati l’altra sera in via Calderia, subito dopo la fine dello spoglio, quando il corteo dei sostenitori di Pardini è passato andando verso il Comune. Lì all’incrocio sono volati insulti e cori che poco si addicono alla politica. "Pardini ha vinto con una proposta che non condividiamo, che dipinge una Lucca che non c’è - continua, riservando le stoccate più dure più che al sindaco, a chi gli sta intorno - ha optato per una coalizione larghissima, diluendola in maniera problematica e mettendo all’interno tutto e il contrario di tutto, addirittura persone che una settimana prima erano sedute al tavolo del centrosinistra a chiedere un assessorato alla cultura e poi, incassato il rifiuto, si sono rivolti altrove e oggi festeggiano. E poi soggetti e forze politiche inquietanti, e non mi riferisco a quelle entrate in consiglio. Mi auguro che Pardini mostri doti da leader e amministratore determinato". In ogni caso, se 600 punti di differenza sono troppo pochi per essere considerati come emblematici di un forte malessere, sono comunque l’evidenza che la narrazione del centrodestra ha avuto più presa. E questo, il Raspini politico, lo ammette e se lo spiega. "Abbiamo preso mille voti in meno rispetto al risultato potenziale che 5 anni fa bastò per vincere - continua, passando all’analisi interiore - inevitabilmente questa è in parte una sconfitta del percorso amministrativo fatto negli ultimi anni. In queste due settimane è mancata la benzina al centrosinistra per una crisi di consenso e relazioni con un pezzo di città che affonda le radici nelle vicende degli ultimi due, tre anni, è onesto dirlo". Come quella di San Concordio o la Manifattura, giusto per fare qualche esempio.

"Tutte cose il cui esito io condivido nel merito - aggiunge - il bilancio della passata amministrazione è per me più che positivo. Ma credo anche che la gestione politica di queste partite abbia creato frizioni che hanno pesato sul voto. Chi fa politica deve essere in grado non solo di fare le cose bene, ma anche di farle sapere e apprezzare. Su questo ultimo punto avremmo da meditare". Infine, l’ultimo volto che mostra è quello di chi sa che qualcosa si è concluso. Non si ricandiderà fra 5 anni e chissà se resisterà a lungo tra i banchi dell’opposizione. Questo è quello che ha lasciato intendere e non sembravano parole date dalla delusione. "Non ho ancora deciso come strutturare la mia vita - conclude - per ora mi sforzo a pensare di qui a qualche mese. Ho un lavoro e ci tornerò dalla prossima settimana. Starò in consiglio per dare una mano al gruppo. Aiutando qualcun altro, o qualcun’altra, a prendere in mano il timone in vista della prossima volta. Perché non ci sono persone buone per tutte le stagioni e quella che si è conclusa è quella che mi ha visto protagonista".

Teresa Scarcella