
Probabilmente speravano di essere di più, comunque sia la loro protesta ieri mattina si è fatta santire. Tutti insieme per “una scuola migliore“, con più servizi e aule in sicurezza. Per questo il Collettivo Nuova Resistenza di Lucca ha organizzato ieri mattina, con concentramento in piazzale Verdi, una manifestazione per riaccendere i riflettori sui problemi degli istituti.
Tra le rivendicazioni “la contrarietà ai Pcto, la mancanza di trasporti adeguati e a prezzi accessibili, la situazione spesso carente degli edifici scolastici, la situazione ormai paradossale dei container nei quali sono rinchiusi da 6 anni centinaia di studenti, la mancanza di democrazia e confronto in scuole ormai di fatto divenute aziende dirette da un preside che deve assolvere in primis alla competitività e all’economicità della scuola piuttosto che al benessere degli studenti e alla qualità della didattica”. Striscioni, slogan, musica e megafono per “urlare“ in un corteo che si è snodato lungo via San Paolino fino in piazza San Michele, tutto ciò che non va. A chiudere la sfilata anche una rappresentanza dei Cobas.
“In un paese dove vengono spesi miliardi di euro per armi, strumenti di morte, da mandare in giro per il mondo, la scuola – così il Collettivo Nuova Resistenza – rappresenta sempre di più l’agnello sacrificale al quale togliere di anno in anno i fondi. Si parla di una scuola pubblica povera, con insegnanti pagati pochissimo rispetto alla media europea, con strutture fatiscenti e classi pollaio. Le varie riforme, dalla Berlinguer alla Gelmini per finire con la cosiddetta Buona scuola di Renzi, non hanno fatto altro che ‘aziendalizzare’ senza risolvere“.