
Un'aula
Lucca, 20 giugno 2019 - Miracolo. La salute è tornata. L’attaccamento al lavoro pure. Viva. La scossa ben assestata dalla dirigente dell’Ufficio scolastico, Donatella Buonriposi e dal vicario Duccio Di Leo, ha sconfitto ogni possibile virus che minacciava assenze dei professori membri delle commissioni di maturità.
L’appello ai dirigenti scolastici affinchè stimolassero accertamenti sulla veridicità di 100 «malattie» certificate (e quindi altrettanti rifiuti di prendere parte ai lavori delle commissioni di maturità), ha completamente risanato la situazione. Ieri tutto si è svolto senza sorprese e, soprattutto, senza defezioni.
Anche se restano, ovviamente i cento certificati medici dei prof a cui per fortuna negli ultimi giorni sono stati trovati sostituti. E anche una decina di non risposte telefoniche – di chi semplicemente non si è fatto trovare dagli uffici – su cui il Provveditorato intende fare chiarezza. E’ un fenomeno degli ultimi tempi questa diserzione di massa, al costo di rinunciare alla paga – 500 euro lorde circa più il rimborso chilometrico per un commissario, qualcosa in più per il presidente – e a un proprio preciso dovere, non solo sotto il profilo deontologico ma strettamente contrattuale.
«Gli insegnanti si devono ricordare che sono in servizio anche oltre l’ultima campanella – aveva tuonato la dirigente Buonriposi – e, fatti salvi i 30 giorni di ferie, sono obbligati a assicurare la loro reperibilità». A mettere il carico da novanta dopo i nostri articoli, è anche il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale che ieri mattina ha diffuso una lettera-monito indirizzata ai dirigenti degli istituti di secondo grado.
«Al fine di assicurare il regolare funzionamento delle commissioni di esame, preme richiamare l’attenzione sulla normativa in materia – scrive il direttore generale Ernesto Pellecchia – secondo cui la partecipazione ai lavori delle commissioni di esame di Stato rientra tra gli obblighi inerenti lo svolgimento delle funzioni proprie del personale della scuola, salvo le deroghe consentite dalle norme vigenti».
Segue con tanto di sottolineatura: «Non è consentito ai componenti le commissioni rifiutare l’incarico o lasciarlo», per poi continuare « salvo casi di legittimo impedimento, per motivi che devono essere documentati e accertati». Accertati, appunto, con visite fiscali evocate in questi giorni dal Provveditorato. «Si chiede quindi – conclude significativamente la lettera ai presidi da parte del dirigente dell’ufficio scolastico toscano, Pellecchia – di curare le procedure di controllo delle assenze secondo le modalità e i tempi previsti». Tempi duri, durissimi, per chi ‘marina’ la scuola quando invece sarebbe chiamato a dare il buon esempio anche oltre i proclami da dietro la cattedra.
Laura Sartini