
Parlavano di calzini, gialli o bianchi, o di caffè e di vino, ma la squadra mobile ha scoperto che dietro quelle richieste si celava un giro di spaccio che legava Lucca a Capannori e in tre sono finiti nei guai: si tratta di Nassib Hicham, 41enne marocchino residente al Piaggione, Marco Di Ricco, italiano di 37 anni residente a Capannori e Khallad Bouchaib, 27enne sempre del Marocco, cognato di Nassib e residente a Lucca. Le indagini sono partite a ottobre, quando è stato notato un insolito viavai dalla casa di Nassib. Ad alimentare i dubbi della polizia, proprio quelle parole di cui sopra che secondo gli agenti celavano ben altro. La conferma è arrivata poi dalla perquisizione dell’abitazione del 41enne, dove sarebbe stata trovata della cocaina. Durante l’attività investigativa è emersa poi la figura di Di Ricco. I numerosi incontri fra i due e il linguaggio utilizzato hanno insospettito gli agenti, per i quali il 37enne italiano si riforniva di droga (cocaina e hashish) dal primo, per poi rivenderla. Il monitoraggio della squadra mobile è durato mesi.
Poi lunedì è scattata l’operazione della squadra mobile, insieme all’unità cinofila della Questura di Firenze, che ha portato all’arresto dei due indagati, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip. In quell’occasione è finito nei guai anche il terzo, ovvero Khallad, che durante una delle perquisizioni sarebbe stato trovato con 3 chili di hashish, nascosti in involucri a forma di arancia, divisi in spicchi, 12 grammi di cocaina e 3700 euro in contanti. A carico di Nassib sarebbero stati sequestrati invece 1 grammo di cocaina e oltre 500 euro. Secondo il giudice l’attività di spaccio partiva da casa sua e attraverso anche consegne a domicilio raggiungeva clienti tra Lucca e Capannori. Il 41enne, tra l’altro, era stato già arrestato due volte in passato, ma avrebbe continuato l’attività di spaccio anche durante i domiciliari. I tre si trovano adesso nel carcere di Lucca, Massa e Pisa, a disposizione dell’autorità giudiziaria.
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