"Politica è mettersi al servizio della comunità"

Serena Mammini, candidata del centrosinistra alla Camera, commenta la campagna elettorale quando manca una settimana al voto

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Non ha fatto in tempo a smaltire la sconfitta delle amministrative, che subito si è lanciata in un’altra campagna elettorale. Indubbiamente più difficile. Serena Mammini, frontwoman dell’opposizione in consiglio comunale tra le fila del Pd, è la candidata alla Camera dei deputati per la coalizione di centrosinistra nel Collegio uninominale che include Lucca, la Piana, la Valle del Serchio e una parte del pistoiese. Conosciuta a Lucca e provincia in quanto ex assessora all’Urbanistica, è uscita dalle comunali come la donna più votata nel Pd. Forse è anche per questo che la coalizione, optando alla fine per una scelta territoriale, ha deciso di puntare su di lei in una corsa che indubbiamente richiede physique du rôle.

Qual è il bilancio a una settimana dal voto?

"Tutto sommato sta andando bene, considerando che partiamo in un momento complesso. Nessuno si aspettava questa campagna estiva, tra l’altro in un clima mondiale pazzesco. Le persone sono particolarmente arrabbiate e solitamente la colpa viene data al Pd. Perché ha avuto il merito demerito di partecipare ai governi, anche quando dal punto di vista elettorale forse era più conveniente stare all’opposizione. Anche io stessa, da candidata, non ho condiviso tutte le scelte del partito a cui appartengo, sono sempre partecipe, ma piuttosto critica. Ma governare significa prendersi delle responsabilità e il Pd per me è l’unico che dice cose sensate".

A un incontro ha parlato di bagno di umiltà che il Pd dovrebbe fare. Cosa intendeva?

"La vita di partito si è un po’ disgregata, sono diminuiti i luoghi di discussione e si discute meno perché il mondo sta cambiando, è coperto da un velo di ipocrisia dilagante. Penso sia il momento di fare autocritica e gettare un semino con cui costruistre un centrosinistra più vicino agli interessi reali delle persone. Dobbiamo metterci in discussione, con umiltà, coerenza e quell’etica che io tiro fuori a ogni incontro. Non sempre vengo capita, perchè le parole che escono dalla prassi politica non sempre sono apprezzate. Ben venga se qualcuno mi vede fuori dal coro, perché lo sono".

Come mai ha accettato di candidarsi?

"Mi piacerebbe fare un’esperienza da parlamentare dopo 20 anni di politica locale. È capitata così, dopo un’esperienza elettorale importante che sembrava quasi scontata, anche se non per me. Lo vedo come un servizio alla comunità. Spero che possa servire, in caso di esito negativo, a scuotere e ripartire. A tornare al succo della politica, al contatto reale con le persone".

Come giudica la scelta di non allargare la coalizione?

"Il segretario avrà avuto i suoi motivi, io non sono andata a scavare. A mio avviso bisognava tentare fino all’ultimo di fare un’alleanza allargata a Conte e a Calenda. Con cui, a parte alcune cose, siamo molto vicini in termini di programma e idee".

Che tipo di riscontro sta avendo dal territorio, alla luce dell’esito delle comunali?

"Avendo poco tempo, mi concentro nelle zone dove non mi hanno mai visto. Tra la sfiducia dilagante nella politica, devo dire che ho trovato un barlume di speranza laddove c’è il vero contatto. Difficile decifrare l’humor, anche se è fin dall’inizio che ci dicono che il centrodestra vincerà e tutto sembra andare in quella direzione, se così sarà vorrà dire che impareremo a cadere.

Quali sono le sue priorità programmatiche?

"Innanzitutto mi preme avere un collegamento più diretto tra Roma e Lucca. Mi piacerebbe mettere insieme una squadra di persone preparate sui vari temi, a servizio del territorio, che punti sulla manutenzione dello stesso, intercettando maggiori risorse. Poi c’è la legge sui caregiver da portare avanti, la legge sull’architettura per la qualità della progettazione, e anche sul consumo di suolo".

A proposito di urbanistica, lei è un’ex assessora senza successore. Che ne pensa?

"Penso che gli abbiamo lasciato un piano operativo a buon punto. In questi anni abbiamo fatto una vera rivoluzione urbanistica che viene portata ad esempio a livello regionale. Lascio un’eredità importante, anche a livello di ufficio, e mi piacerebbe che facessero un buon lavoro e non si impantanasse tutto".

Teresa Scarcella