
“Per un nuovo domani“. Emozioni nel docufilm sul dramma a Castelnuovo
di Dino Magistrelli
Sicuramente su Rai 3 non c’erano mai state tante sintonizzazioni da parte di spettatori della Valle del Serchio (oltre un milione in tutta Italia) come venerdì sera, in occasione della prima visione a livello nazionale del docufilm “Per un nuovo domani“, alla vigilia della Giornata della Memoria 2024, con protagonisti gli attori Neri Marcorè, Elena Meoni, Flavia Comi, Luigi Pisani, Paolo Giommarelli, Leonardo Caneva, Marco Pratesi, Julia Messina, Giorgia Guerra, Gianluca Bottoni con la regia di Luca Brignone. Una produzione di Rai Fiction e Alfea Cinematografica, tratta dal libro “L’orizzonte chiuso. L’internamento ebraico a Castelnuovo di Garfagnana 1941-1943“, edito a Lucca nel 2002 da Maria Pacini Fazzi, di cui sono autori Silvia Q. Angelini, Oscar Guidi e Paola Lemmi, che in questa occasione, dopo 22 anni dall’uscita, è stato ristampato.
Si tratta, in sintesi, della vicenda di un gruppo di circa 70 ebrei, considerati stranieri dal regime fascista, che, nei primi anni ’40, fu costretto a vivere in “internamento libero“, ossia in domicilio coatto, nel capoluogo garfagnino. Due anni di convivenza, che, nonostante i divieti delle autorità, permisero però di sviluppare pian piano rapporti di reciproco aiuto e solidarietà, con la popolazione locale. Nel film viene ricordata l’opera del dottor Israel Meier e in contemporanea l’opera di un cittadino del luogo in veste di spia e informatore delle autorità fasciste.
Nel docufilm, principale protagonista è proprio il dottor Meier con la moglie Paula Langnas, intorno ai quali ruota la vicenda tragica per quasi tutti i confinati. Il filmato inizia con l’arrivo del pullman a Castelnuovo, che in effetti è Castiglione, dove si è girato l’80 per cento delle scene. Poi la sistemazione per lo più in povere abitazioni, il comportamento un po’ distaccato e sospetto degli abitanti, ma poi, una volta tranquillizzati dal comportamento dei rifugiati ebrei, collaborativi, tra cui il militare che nel settembre 1943 suggerì a tutte le famiglie di fuggire il prima possibile, ma soltanto in tre dettero ascolto, mentre per le altre si avvicinò sempre di più la tragedia dei campi di sterminio in Germania.
Una buona scelta del regista è stata anche quella di far ricordare ogni tanto, da parte di Neri Marcorè, in veste di guida storica, gli eventi che si susseguirono in quegli anni. Una cinquantina anche le comparse provenienti molte da Castiglione, poi Castelnuovo e altre zone della Valle, fino a Lucca e Pistoia. Struggente la testimonianza della signora Vilma Papi, testimone oculare da bambina di quella vicenda, diventata subito amica di Gerda Schnapp, portata via davanti ai suoi occhi dai repubblichini. Riccardo Bosi di Soraggio di Sillano, che ha impersonato Oscar Kienwald, racconta: "Avevo partecipato al casting per gioco e sono stato scelto. E’ stata un’esperienza interessante durante i tre giorni in cui sono stato impegnato. Naturalmente mi ero documentato sulla vicenda e ho capito quanto ci sia differenza tra le riprese, provate e riprovate diverse volte, e poi la visione del film che sa suscitare tanta emozione".
Dino Magistrelli