REDAZIONE LUCCA

"Pensavo di non avere scelta" La testimonianza di ‘Eva’ scappata dal partner violento

"Voglio dire a tutte le donne: parlate, non accettate neanche il più piccolo atteggiamento repressivo, chiedete aiuto. La vita è bella e avete il diritto di viverla".

di Teresa Scarcella

LUCCA

Per parlare dei diritti delle donne è giusto ascoltare chi quei diritti, anche quelli più semplici, dati per scontato, non li ha o non li ha avuti, perché le sono stati tolti con forza da qualcun altro, da chi giurava di amarla e invece ha fatto il contrario. Un rapporto violento non è mai un rapporto d’amore. Lo sa bene Eva (la chiameremo così per tutelare la sua vera identità) che per oltre 10 anni ha subito violenza da parte del suo compagno. Un giorno ha deciso di dire “basta“ e si è rivolta al Centro Antiviolenza Luna. Oggi vive in una casa rifugio insieme ai suoi due bambini, è quasi alla fine del suo percorso, vede la luce infondo al tunnel. Ha voluto raccontare la sua storia, senza sottrarsi alle domande, per aiutare tutte quelle donne che vivono intrappolate nella violenza, senza riuscire a uscirne.

Lo fa in videochiamata, di spalle, con la testa coperta da un cappuccio. Non si vede in viso, ma la sua voce lascia trasparire una forza e una serenità che sembrano quasi entrare in contrasto con quello che racconta, ma in realtà sono la forza e la serenità di una donna rinata, che ha preso consapevolezza di ciò che era e che adesso non è più, piena di voglia di ricominciare a vivere. Una testimonianza disarmante, che merita di essere ascoltata e letta, così com’è, nella sua spontaneità.

"Ho vissuto una storia di violenza molto lunga, è stato il periodo più brutto della mia vita - racconta - Una sensazione indescrivibile, pensavo di morire. A quel punto dovevo scegliere se accontentare chi mi faceva violenza o alzare la voce. I miei figli mi hanno dato la forza, ho deciso di parlare per il loro bene. I primi passi non sono stati facili, ma oggi posso dire che è stata la scelta giusta. Il percorso di protezione ha tante difficoltà, ma non ho mai pensato di mollare. Quello che ho trovato nella casa rifugio, il supporto dell’associazione, mi hanno spinto sempre ad andare avanti, di recuperare tutte le forze che non avevo più. È stato importante condividere la mia esperienza con altre donne, perché raccontando e ascoltando le altre, ho imparato tanto. È un po’ di tempo che vivo qui e ho recuperato tanto di me stessa. Pensavo di non avere scelta, di essere finita nella violenza, di doverla accettare. Oggi, invece, sono molto fiera di me stessa e non avrei mai pensato di poterlo dire".

Sentir parlare Eva di libertà che la maggior parte di noi dà per scontato, è una doccia fredda. "Mi sento una nuova persona, rinata da tanti punti di vista. Ho ritrovato la fiducia in me stessa, m sento capita, accettata, non giudicata e in diritto di poter dire quello che penso. Di poter esprimere quello che non voglio. Ora so quello che non voglio nella vita, ed è molto importante. E posso farlo grazie a chi mi ha sostenuto per tutto questo tempo. Ecco perché voglio dire a tutte le donne vittime di violenza, di parlare e di chiedere aiuto. C’è chi può capire e aiutare. Non aspettate troppo, non accettate neppure il più piccolo atteggiamento violento, non pensate di non valere nulla o di non meritare niente. Non è così. La vita è bella e ogni essere umano ha il diritto di viverla. Voglio urlarlo, perché è quello che avrei voluto sentirmi dire".

Poi Eva pensa al futuro, a quando uscirà da quelle quattro mura, e quando lo fa il suo tono di voce cambia. Sorride, si capisce anche se non si vede. "Immagino di fare tutto quello che non ho potuto fare. Di essere felice, tranquilla e di non permettere mai più a nessuno di mancarmi di rispetto. Di essere forte. Dopo tutto quello che ho superato, devo sfruttare al meglio la forza che ne ho tratto".