“Pasqua“. Un nuovo sonetto di Alessandro Meschi

Riassunto: Un racconto nostalgico di Pasqua trascorsa con parenti ricchi, ricco di dettagli culinari e aneddoti familiari, con un tocco di ironia e malinconia.

PASQUA

Per anni s’enno avuti gli zii ricchi

a mangia’ a casa nostra, s’era ‘n nove.

Ma prima l’ovo benedetto, a spicchi,

e fin’alle vattro ‘un ti potevi move.

Un caccaino anche di pasimata,

che ‘un ho mai ‘apito vel che fosse,

e po’ mi ma’, che s’era prodigata,

per contentà ‘l su’ maladetto bosse

ch’ avea ‘nvitato la sorellona a pranzo,

attaccava co’ ssu manicaretti.

E lu’teneva banco, facea ‘l ganzo,

sembrava Trimalcione co’ssu eletti.

Co’ ppiatti ripuliti senz’avvanzo,

la mi’ nonna chiudeva co’ coretti.

E mi pa’ raccontava ‘l su’ romanzo

ch’avea rotto le palle a noi bimbetti.

E la sera brodino, ma di manzo.

Perché ‘l dado offendeva gli zietti.