Sul tema della ‘disconnessione‘ e delle dipendenze legate alla tecnologia, abbiamo intervistato il dottor Guido Intaschi, responsabile del SerD della Versilia che ormai da anni promuove ‘Rete senza fili’, un progetto di sensibilizzazione in numerose scuole del nostro territorio.
Cosa ne pensa dell’istituzione di una giornata dedicata a questi temi?
"Credo sia un’ottima iniziativa, ma più che sulla disconnessione totale rifletterei maggiormente sullo ‘slow web‘, ovvero l’uso responsabile di internet e degli strumenti elettronici. Di recente, si è discusso se proibire gli smartphone ai ragazzi fino ai 14 anni e i social ai ragazzi che non hanno ancora compiuto 16 anni. Per esperienza personale, credo che il proibizionismo non abbia mai portato a nulla di buono. Dobbiamo recuperare la lentezza, educare i ragazzi a un uso più consapevole. Sui divieti ho molte perplessità, ma condivido una provocazione lanciata da un collega: internet andrebbe tolto ai genitori, non agli adolescenti".
Cosa può comportare l’iperconnessione?
"L’uso prolungato degli strumenti tecnologici può provocare seri danni al cervello, soprattutto durante l’adolescenza: la piena maturazione del cervello umano avviene dopo i vent’anni, per questo bisogna intervenire già dalla tenera età".
Negli ultimi anni avete registrato numerosi casi di dipendenza?
"Fortunatamente i casi problematici sono stati pochi, erano tutti preadolescenti. Quando si hanno questi casi il lavoro di rete è importantissimo. Le persone quando sentono parlare di ‘ritiro sociale‘ o dei cosiddetti ‘hikikomori‘, pensano sempre che la causa sia internet. In realtà non è assolutamente così: le cause sono sempre altre, internet, anzi, è l’unica cosa che riesce a tenere i ragazzi ancora agganciati al mondo che li circonda".
Negli ultimi anni internet ha però fortificato le dipendenze legate al gioco d’azzardo. Come si interviene?
"Oramai è impossibile immaginare un mondo senza connessione, se durante la pandemia non avessimo avuto internet saremmo stati spacciati. È quindi importante educare fin dalla tenera età al giusto utilizzo, ma servono tempi lunghi e anche risorse".
In cosa consiste il progetto ‘Rete senza fili‘?
"L’obiettivo è quello di prevenire l’uso problematico di internet e dei dispositivi elettronici promuovendo l’uso responsabile e consapevole. Siamo riusciti a legare sanità e scuola, portando il progetto in numerosi istituti. Abbiamo anche dato vita a un ‘patentino del digitale‘, grazie al quale i giovani potranno "guidare" nel mondo del web con maggiore prudenza. Non è importante solo quanto tempo passiamo collegati, ma anche cosa facciamo.
Giulia Prete