Preservativo nel pasto, "Ospedale di Lucca vulnerabile, serve correre ai ripari"

Le parole del capogruppo di Forza Italia in Regione, Maurizio Marchetti

Ospedale

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Lucca, 28 settembre 2019 - "Il rinvenimento da parte di una paziente ricoverata all'ospedale di Lucca di un profilattico nella mela cotta servita ieri sera con il vitto non è nemmeno commentabile - dice Maurizio Marchetti, capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale - Bene la trasparenza con cui l'Azienda sanitaria ha subito dato conto dell'accaduto, ma se anche l'ipotesi di un sabotaggio fosse fondata, ciò implicherebbe che il San Luca è davvero troppo vulnerabile. Già l'estate scorsa era stato oggetto di manomissioni che provocavano ripetuti allagamenti, e per quei fatti una persona è indagata. Adesso questa sequenza col vitto pericoloso. E' veramente troppo. Pazienti, visitatori e operatori sanitari in questa situazione risultano alla mercè di tutto e tutti. Se neppure l'ospedale è un ambiente sicuro bisogna correre ai ripari immediatamente".

"A seguito dell'episodio del pane con la muffa servito anche in quel caso a una paziente - ricorda Marchetti - ho presentato sia un'interrogazione sul caso specifico, sia una mozione per richiedere da parte della Regione una ricognizione complessiva sulla qualità del vitto ospedaliero, reale e percepita, secondo quanto stabilito proprio dalle linee guida ministeriali. Ora un preservativo nel piatto è la divaricazione rispetto al concetto stesso di qualità. Per di più col dubbio, visto che era fuori confezione, che addirittura possa trattarsi di un profilattico già utilizzato".

"E' davvero una questione pericolosa, e se davvero come la Asl ipotizza si tratta di un sabotaggio, allora la questione richiede un livello di attenzione che supera i controlli di integrità del vitto: se chiunque si può introdurre ovunque e manomettere persino il cibo, a quando l'intrusione presso i letti, o nelle farmacie. Non so cosa pensare se non che bisogna correre ai ripari con strumenti che antepongano la sicurezza dei pazienti perfino alla loro privacy - conclude Marchetti - Penso a un sistema di videosorveglianza, anche temporaneo, da far autorizzare per le vie istituzionali e ovviamente da custodire poi col massimo riserbo. Fatto sta che qualcosa di risolutivo qui va attuato".