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Open day da tutto esaurito. In 300 per il passaporto

La Questura aveva organizzato una giornata di apertura speciale per l’ufficio. Non mancano però le polemiche: "Come si fa a stare quattro ore in fila?".

Open day da tutto esaurito. In 300 per il passaporto

Numeri da record per l’open day dell’ufficio passaporti. La Questura ha organizzato ieri un’apertura straordinaria, e nonostante l’incessante pioggia, la risposta dei cittadini è stata notevole. Sono circa 300, infatti, le persone che entro le prossime due settimane riceveranno il nuovo passaporto, grazie al lavoro degli uffici.

"Non ci aspettavamo così tante persone - racconta Marianna Stio, dirigente della divisione passaporti - . Sono stati davvero numeri record, e voglio sottolineare il grande lavoro fatto dall’ufficio, che è riuscito a portare a termine tutto il lavoro. Un po’ di fila c’è stata, e le lamentele sono purtroppo normali, ma credo sia stata una giornata davvero proficua".

Non sono mancate però le polemiche dei tanti in coda. "Ma ci rendiamo conto? A ore sotto l’acqua, e neanche ti danno il numero di attesa che ti permetterebbe di fare un break. Tutti qui in piedi e per di più sotto la pioggia". Una prova di più di quanto il sistema di prenotazioni “ordinario” non funzioni. "Sono due settimane che provo a collegarmi online a un quarto alle nove del mattino, e la risposta è sempre la stessa: nessuna disponibilità". Fino a una quindicina di giorni fa la “scappatoia” era servita: molti andavano in accesso diretto allo Sportello di Viareggio. Evidentemente, visto l’afflusso, però anche lì sono cambiate le cose. Nessuno ha da ridire su sveltezza e preparazione (anche pazienza) degli impiegati della questura. Ma il miracolo, in queste condizioni, non è possibile per nessuno.

"Ci hanno detto che ovviamente il sistema di prenotazione, così come le persone impiegate, evidentemente poche, discende da indicazioni del Ministero - ci dice un signore - . E che qui ci sia un tilt grande come una casa è di tutta evidenza". La maggior parte era lì in vista di una vacanza, molti anche per le trasferte di lavoro, diversi per un viaggio-lavoro o studio in Inghilterra dove la non adesione a Shengen ci mostra il prezzo da pagare. Tanti anche gli stranieri.

"Io vorrei solo rientrare a casa per abbracciare i miei parenti e amici dopo tanti anni che non li vedo - dice un signore cingalese - . Ma quattro ore di attesa sono davvero una messa alla prova difficile". Considerando poi che c’erano anche diverse persone anziane.

Iacopo Nathan

Laura Sartini