Ucciso in casa, "Prima di morire ha chiamato l'amico". Due fermi della procura

Il caso del 50enne trovato cadavere

Il trasferimento del cadavere. Nel riquadro la vittima (Foto Alcide)

Il trasferimento del cadavere. Nel riquadro la vittima (Foto Alcide)

Lucca, 18 aprile 2019 - Una raffica di parole confuse e urlate. Poi imprecazioni sputate alla cornetta. Quelle di chi è stato appena reduce da una lite furiosa e sta per sentirsi male. La telefonata choc è arrivata sul cellulare di Shan alle 23.59 di martedì sera. L’uomo, un cingalese amico intimo di Roshan Silva e suo ex collega, si sente buttare giù il telefono in faccia. Dall’altra parte c’è Fiona, compagna del 50enne trovato morto nella mattina di mercoledì. Shan capisce che qualcosa non va e, con una scarica d’adrenalina nello stomaco, compone il numero di telefono del 50enne per capire cosa è successo.

E perché la donna sia così sconvolta. «L’ho chiamato subito, alle 00.08 e anche ieri mattina– racconta – ma non mi ha risposto, probabilmente era già morto. Lo avevo visto nel primo pomeriggio, mi aveva chiesto qualche moneta per comprare le sigarette ma non le avevo: gli ho detto ‘ripassa dopo le 18’ che te le presto. Stava bene era tranquillo».

Ma il 50enne non si è più fatto vivo. Poi la telefonata della sua compagna e il nulla. «Stamattina mi hanno chiamato per dirmi che lo hanno trovato morto: è una cosa tremenda».

Shan, oltre alla compagna dell’uomo e ai suoi due coinquilini, è una delle ultime persone ad aver visto Roshan Silva vivo e lucido. Circa due ore prima di quella chiamata, i carabinieri infatti avevano già fatto il loro intervento in via del Toro (come testimoniato dai vicini di casa) e la donna era già stata accompagnata al San Luca. E dopo cos’è successo? Shan ha paura che già a mezzanotte l’uomo potesse essere senza vita o comunque trovarsi in guai seri.

«Mi avrebbe risposto al telefono altrimenti. Comunque ho paura che qualcuno l’abbia ammazzato». La conferma arriverebbe anche dalla scena che si sono trovati di fronte i poliziotti: una casa messa sottosopra con stoviglie rotte e tracce di sangue su diverse sedie. Le stesse che potrebbero essere state usate, insieme a una padella, per pestare l’uomo insieme ai cocci aguzzi ritrovati sul pavimento di casa, dove il 50enne giaceva morto con una felpa e i pantaloni di una tuta.

Le attenzioni degli inquirenti sono puntate sui coinquilini, entrambi indagati e le loro storie personali. Entrambi, ieri di fronte al pm si sono avvalsi della facoltà di non rispondere e, dalle prime versioni fornite agli inquirenti, sarebbero caduti in contraddizione. Per loro è stato disposto il fermo della procura: devono ‘riempire’ con un alibi un buco di quasi 10 ore e dire con esattezza dove si trovassero per tutta la notte.

Uno di loro, il 36enne in particolare conviveva da diverso tempo insieme a Roshan Silva e la compagna mentre il più giovane dei due, il 28enne era arrivato in via del Toro da appena un mese. Proprio il 36enne, secondo il racconto di alcuni connazionali, condivideva la stessa passione di Roshan Silva per le scommesse.

E, negli scorsi anni, proprio alla Snai, si sarebbe portato a casa un maxi jackpot da circa 100mila euro. Ma una volta in Sri Lanka, avrebbe dato fondo a tutto, per poi fare ritorno a Lucca dove lavora nella ristorazione. E’ lui che i poliziotti ieri mattina hanno trovato nell’appartamento insieme al cadavere del 50enne. Tra le piste seguite dagli inquirenti infatti c’è anche quella legata alla difficile convivenza dei tre sotto allo stesso tetto. O a un’ipotetica questione di rapporti difficili tra la compagna e i coinquilini. Ma, soprattutto una possibile vendetta verso l’uomo, protagonista della violenta lite con la donna. Una convivenza pigiata in pochi metri quadri e resa pesante dall’alcol e, forse, da questioni di soldi o sentimentali. Tutte potenziali micce per accendere una notte di urla e lacrime. Annegata nel sangue.