MAURIZIO GUCCIONE
Cronaca

”Oltre il petrolio” c’è il futuro. Patrizio Roversi racconta il cambiamento climatico

Il divulgatore e conduttore televisivo ospite oggi in San Francesco delle Conversazioni promosse dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca con uno spettacolo sugli effetti del surriscaldamento.

”Oltre il petrolio” c’è il futuro. Patrizio Roversi racconta il cambiamento climatico

Proseguono gli appuntamenti all’insegna degli eventi culturali a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca con la X edizione delle “Conversazioni in San Francesco”. Per "Appunti di viaggio" oggi, domenica, alle 18 nella chiesa di San Francesco, si presenta lo spettacolo del divulgatore e conduttore televisivo Patrizio Roversi. “Oltre il petrolio” è il titolo della rappresentazione per la regia di Miletta Corli, che il popolare personaggio televisivo conosciuto per la conduzione di “Turisti per caso”, propone al pubblico. Sul palco, un interessante accompagnamento musicale a cura del sassofonista Maurizio Camardi e il chitarrista David Soto Chero. A Patrizio Roversi abbiamo posto alcune domande.

Che cosa propone il suo spettacolo?

"Si basa su filmati di alcuni viaggi effettuati in questi ultimi anni dove si parla di ambiente, partendo dalla collaborazione con Cefa, un’organizzazione non governativa che si occupa di vincere fame e povertà, aiutando le comunità più povere del mondo; non sono un economista, ma faccio vedere quelle realtà, così diverse e lontane come ciò che abbiamo documentato in Ecuador, sottolineando come lo sfruttamento dato dall’estrazione del petrolio nella regione amazzonica del Sucumbus, abbia causato enormi danni all’ambiente".

Il format è comunque quello a lei congeniale: la scoperta dei luoghi, anche se questa volta fa vedere come il cambiamento climatico sia davvero preoccupante.

"Andando alle Isole Svalbard, dove esiste la banca che raccoglie e preserva le diversità delle colture nel mondo, constatiamo come il surriscaldamento globale abbia prodotto danni enormi; ma anche di come grazie alla Ong Cefa, in Ecuador si riesca a coltivare rispettando l’ambiente semplicemente con l’applicazione di principi e pratiche del tutto naturali".

Un viaggio anche tra le contraddizioni?

"Guardando il modello di sviluppo degli Emirati Arabi possiamo constatare come ci si trovi di fronte a una coltivazione, sì, ma di enormi palazzi; oppure sapere che nel Mustang tibetano siano arrivati i cinesi che, costruendo un’enorme strada, hanno devastato il patrimonio ambientale".

Scenari apocalittici?

"No, l’intento dello spettacolo è quello della leggerezza dove l’intervento della musica aiuta a entrare nei luoghi che farò vedere, in una sorta di piacevole armonia e creando l’amalgma ideale tra palco e pubblico; è per questo che il finale dello spettacolo fa capire come lo squarcio di ottimismo dato dalle attività su territorio di organizzazioni come Cefa, deve farci comprendere che un altro modello è possibile".

Siamo reduci da una violenta alluvione che ha colpito territori a noi vicini, provocando danni economici e lutti: secondo lei come si può combattere il cambiamento climatico?

"È il modello di sviluppo che deve essere messo in discussione, quindi le scelte economiche che sono state intraprese; purtroppo, anche regioni sensibili come la Toscana e l’Emilia Romagna non sono riuscite a prescindere da questo: se il modello di sviluppo prevede sempre la crescita mi viene da dire “non ce n’è più”: i territori dovrebbero essere restituiti alla natura altrimenti, come già sta accadendo, l’effetto inevitabile sarà quello della slavina".