La vicenda si trascina da vari lustri, ma ora è giunta al suo epilogo. Sul caso “Monteriso“ è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che dà ragione al Comune accogliendo il ricorso di Palazzo Orsetti relativo al passaggio della nuova strada che correrà tra le rotatorie di via dell’Acquacalda e quella viale Castracani attraversando San Vito e, in particolare appunto, l’area della villetta della famiglia Monteriso. Un braccio di ferro durato anni, che all’epoca richiamò anche la troupe di “Striscia“. Secondo il Consiglio di Stato si può procedere agli espropri “per alcuni terreni all’interno del progetto di fattibilità tecnica ed economica relativo ai lavori di realizzazione della nuova infrastruttura tra la rotatoria di via dell’Acquacalda e la rotatoria di viale Castracani, per un valore di oltre 7 milioni di euro“. Il ricorso al Tar era stato proposto dalle famiglie Monteriso e Fontana.
Il Comune di Lucca aveva infatti impugnato la sentenza del Tar di Firenze dello scorso autunno, che aveva annullato la delibera comunale che approvava il progetto di fattibilità tecnica ed economica dell’opera pubblica.
L’amministrazione aveva quindi proceduto inquadrando il progetto su due lotti e mentre per il primo lotto si era giunti all’approvazione del progetto esecutivo a cui seguirà a breve l’indizione della gara, il secondo lotto era in stallo in attesa della pronuncia del Consiglio di Stato.
La decisione del Consiglio di Stato oggi sblocca finalmente la questione permettendo, quindi, il completamento della strada di collegamento, dalla via del Brennero al futuro casello autostradale di Mugnano, che avrà la finalità di ridurre il carico di traffico sulla circonvallazione, collegando di fatto la Garfagnana all’autostrada, funzionale anche al nuovo ponte sul Serchio. “Il Comune di Lucca, tramite i propri legali – spiega una nota di Palazzo Orsetti – deducendo di aver avviato il procedimento urbanistico per la realizzazione dell’asse suburbano fin dal 2004 e di averne modificato in itinere il progetto originario proprio per venire incontro alle esigenze evidenziate dagli appellati e per rendere l’opera meno invasiva, ha infatti lamentato l’erroneità della sentenza del Tar, nella quale il giudice del primo grado non aveva evidentemente adeguatamente considerato il fatto che il provvedimento contenesse già in sé l’illustrazione dei presupposti della reiterazione (la necessità di reiterare il vincolo preordinato all’esproprio e la persistenza delle ragioni di interesse pubblico)“.
Secondo il Consiglio di Stato “l’amministrazione comunale risulta aver compiutamente assolto all’onere di motivare puntualmente la reiterazione del vincolo sia sotto il profilo della dimostrazione dell’indispensabilità dell’opera – cita la sentenza – sia sotto quello dell’impraticabilità concreta di alternative al tracciato da ultimo previsto che, occorre evidenziare, era già imposto dal Piano strutturale (non impugnato) e non appare diversamente localizzabile, dovendo collegare due tratti di viabilità già esistenti e al contempo osservare il nuovo ragionevole criterio prescelto dal Comune di evitare l’espropriazione e distruzione di fabbricati”.
Un risultato accolto con soddisfazione dall’amministrazione comunale e dall’assessore Nicola Buchignani:”L’asse suburbano rappresenta un’opera dal forte carattere strategico, poiché finalizzata alla comunicazione di viabilità importanti. Siamo soddisfatti - dice - per aver sbloccato una situazione che si trascinava da anni, tenendo in stallo oltre che il progetto anche un importante finanziamento”. La sentenza del Consiglio di Stato apre quindi alla progettazione esecutiva anche del secondo lotto, con la finalità del completamento, atteso da anni, dell’asse suburbano.
Laura Sartini