L’occulto ci tenta, occhio a non abboccare

Un lucchese guida il Cicap toscano. "Può diventare una droga. C’è chi ha perso tutto"

Piero Angela e Massimo Polidoro

Piero Angela e Massimo Polidoro

Lucca, 8 settembre 2019 - Cartomanti chiromanti, maghi e affini. Sono mille, anche nel nostro territorio, le tentazioni di affidarsi a chi si dice in grado di conoscere il nostro futuro. E magari orientarlo nella direzione che ci è gradita. Sulla propensione dei lucchesi ad affidarsi all’occulto indaghiamo in due direzioni. Contattando le figure che si offrono sulla piazza virtuale e rivolgendosi al Cicap (Comitato italiano per il controllo delle affermazioni del paranormale) Il cui coordinatore toscano, Andrea Sabbatini è lucchese. Entrò a far parte del Cicap proprio per una vicenda legata a maghi e cartomanti. «Verso la fine degli anni ’90 – racconta Sabbatini – ero moderatore di una chat su Internet che trattava argomenti relativi all’occultismo con approccio critico, una specie di gruppo Facebook ante litteram».

Cosa accadde? 

«Venni in contatto con le situazioni critiche di persone che vivevano sotto il giogo di sedicenti maghi, e per rispondere ad alcune domande che mi venivano fatte, facendo ricerche mi imbattei nel Cicap, scoprendo che il suo obiettivo principale era raggiungere un approccio critico su queste tematiche tramite un rigoroso utilizzo del metodo scientifico».

Ci furono episodi significativi?

«Purtroppo sì. Si tratta di una triste storia che mi ha coinvolto in prima persona. Una ragazza si era rivolta a un mago (“operatore dell’occulto”, così si presentava) per una banale storia d’amore finita male. Ne fu talmente soggiogata che, per soddisfare le sue richieste economiche sempre più esose, finì per intestargli un’abitazione. Quando cercavo di spiegarle che si trattava di una truffa, ricordo che mi faceva continue domande sul perché alcuni fatti predetti dal mago si verificavano veramente».

Perché accade?

«Le rispondevo che esistono tecniche e trucchi molto semplici e che hanno effetto perché sfruttano la debolezza della persona che il mago si trova di fronte. Lei mi dava ragione... Ma poi ci ricascava. Una specie di droga».

Perché le persone credono a maghi, cartomanti e simili?

«La magia attira l’uomo fin dalle origini. La prospettiva di poter risolvere velocemente un problema, anche grave e per il quale non si trovano risposte, spesso porta a giocarsi anche questa carta. Il fascino di vedere nel futuro è un tentazione a cui difficilmente si resiste, se non mi mette in gioco la componente razionale».

Un fenomeno che attecchisce dove il livello culturale è basso...

«Attenzione: non si tratta di una questione di cultura (la ragazza di cui ho parlato sopra, ad esempio, aveva una laurea magistrale): è risaputo che famosi politici e imprenditori si sono rivolti e continuano a rivolgersi al mondo dell’occulto. Qualcuno con l’approccio del “tanto male non fa”, qualcun altro prendendo invece anche serie decisioni dopo aver avuto un consulto».

Quali metodi si utilizzano per conquistare le persone?

«Chiariamo un aspetto: non si parla del mago variopinto e divertente da seguire per farsi due risate, ma di veri professionisti, che fanno leva sulla debolezza umana per arricchirsi. Le parcelle che chiedono non sono mai simboliche. Si tratta di gente senza scrupoli che mette sul piatto quello che uno psicologo non può fare, ovvero le certezze, che loro posseggono perché baciati dal soprannaturale». 

E invece? 

«In termini pratici, tanti ciarlatani lavorano come veri e propri detective: fanno ricerche minuziose sulla persona che chiede aiuto, utilizzando qualsiasi mezzo (oggi, naturalmente, Internet e i social network hanno un ruolo decisivo). Quando la vittima comincia a vedere che il mago sa e indovina, il pesce ha abboccato all’amo»