’Nonna Lory’, 50 anni di aneddoti "Illeso per miracolo in un attentato"

Il titolare Venturini racconta quando i malviventi spararono contro il locale, che festeggia mezzo secolo "Erano gli anni ’70, volevano il pizzo: porte e finestre furono crivellate di colpi, mi salvai per puro caso"

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di Daniele Masseglia

In mezzo secolo di attività ha visto cambiare mode e abitudini, ricette e clientela, contribuendo a dare il suo piccolo ma prezioso contribuito all’ospitalità di Pietrasanta. Ma se oggi Luca Venturini può festeggiare i 50 anni di “Nonna Lory“ e raccontare una sfilza di aneddoti è solo per un caso fortuito che ha quasi dell’incredibile. Verso la fine degli anni ’70, quando era ancora un bimbo, fu testimone di un vero e proprio agguato a scopo intimidatorio, probabilmente messo in atto da chi pretendeva il “pizzo“ o cose simili. Una macchina passò a tutta velocità e l’ingresso del locale fu crivellato di colpi ma Luca, rimasto immobile e impietrito sulla soglia, non venne nemmeno sfiorato da quella sventagliata che bucò porte, finestre e persiane. Miracolosamente illeso, oggi può godersi i frutti di un’attività avviata dai genitori e vicina, nelle prossime settimane, a festeggiare cinque decadi.

Nato come bar trattoria e affittacamere, il locale tra via del Castagno e via Traversagna è probabilmente l’unico ristorante pizzeria con annesso bed & breakfast presente nel territorio comunale, e fin dall’inizio a conduzione familiare. Ad avviarlo, nel 1973, durante il periodo del Carnevale, erano stati i genitori Giampiero Venturini e la moglie Loriana Matana, scomparsa due anni fa, detta “Nonna Lory“ in quanto a 33 anni era diventata la nonna più giovane di Pietrasanta. Il primo nome fu “da Piero”, viste le capacità culinarie di Venturini, che aveva mosso i primi passi all’ex “Stipino“. In breve tempo il locale diventò un punto di riferimento per gli amanti della trippa e dei tordelli. Poi verso la fine degli anni ‘80 si trasformò in “Nonna Lory“, locale che oggi può contare su una superficie di 600 metri quadrati, una decina di camere e una sessantina di coperti. Da un paio d’anni, dopo la scomparsa della Lory, il timone è passato nelle mani del figlio Luca, insieme al suo staff, il quale fin da giovanissimo ha sempre aiutato i genitori con il fratello maggiore Vitaliano, che ha sempre avuto un’attività in proprio e appena possibile si liberava per dare una mano.

"Da noi sono passati tantissimi artisti – racconta Luca – e già negli anni ‘80 eravamo un abituale luogo di ritrovo per scalpellini e scultori vista la vicinanza di vari laboratori. Ricordo bene Cascella, amico dei miei genitori, ma anche Botero e Mitoraj. Spesso abbiamo ospitato anche Zucchero e Berlusconi, che venne alla vicina ’Fonderia artistica versiliese’ quando commissionò a Cascella il mausoleo per la residenza di Arcore". Poi, d’istinto, Luca fa un passo indietro e si posiziona all’ingresso della sala, ancora incredulo di ciò che avvenne quando era bambino: "Negli anni ’70 alcuni clienti venivano a mangiare con le pistole e dalla paura mi nascondevo sotto il biliardino. Un giorno però da una macchina in corsa furono sparati colpi di mitra, forse volevano il ’pizzo’ visto che succedeva un po’ ovunque. Rimasi immobile: verande, porte e finestre furono crivellate, ma per miracolo non mi presero".