
"Non vorrei mollare, ma...": Angelo Parpinelli non è solo il presidente della Fondazione e Lu.C.C.A. Museum che dal 22 giugno scorso ha chiuso i battenti a tempo indeterminato delle sale espositive, è l’anima. Lui, medico, ha voluto, con la sensibilità dei mecenati di un tempo, regalare uno spazio di arte e cultura nato dentro Palazzo Boccella, praticamente dal niente, nel lontano 2009.
Con l’uscita di scena del direttore artistico Maurizio Vanni, Parpinelli si interroga su come non far morire definitivamente la sua creatura che, al pari di strutture analoghe, ha sofferto duramente per la pandemia.
"Il direttore artististico ha mollato nei mesi scorsi – spiega Parpinelli e ora dovremmo trovare il coraggio di ripartire da capo, ma c’è da valutare la fattibilità di un’operazione del genere: servono mezzi finanziari e ovviamente un nuovo direttore artistico, mi sto confrontando con la mia famiglia nella quale ci sono molte perplessità nel continuare l’investimento e l’impegno, la scelta è tutt’altro che facile".
Il Museo sarebbe pronto a ospitare nuove mostre, tutto è in ordine per ripartire, ma il futuro è tutto da leggere. "Per me – aggiunge – è una ferita aperta, il fatto che il museo sia chiuso è una sofferenza viva, forse ho compiuto un atto di presunzione quando anni fa ho deciso, io medico, di dare vita un museo di arte moderna e contemporanea e arrivare a ricevere il riconoscimento come Fondazione che ci permette di entrare in contatto con tutti i musei del mondo. Sinora sono andato avanti, ora sto riflettendo e i prossimi mesi serviranno a quello, per quanto la struttura sia in grado di ripartire in ogni momento, visto che è in perfetta efficienza, e non siano mancati i contatti con alcuni operatori del settore. E’ successo tutto in così poco tempo e sto cercando di fare le giuste valutazioni, certo se dipendesse solo da me non mollerei".
Sforzo economico e nuovo direttore artistico sono dunque i due prerequisiti per lasciare vivo uno spazio che negli anni ha visto esporre opere dei più famosi artisti del mondo, da De Chirico a Ligabue, da Depero a Sironi e Kandinsky. Sulla capacità di sostegno finanziario, tanto per cambiare, il territorio e le istituzioni hanno dato il peggio di sé.
"L’unico ente che ha regolarmente dato un contributo è la Fondazione Cassa – aggiunge Parpinelli – per il resto niente. Abbiamo mosso passi ogni volta che c’è stata una mostra, ma il territorio non risponde. Ora diranno: "peccato", ma quanti sono i lucchesi che sono venuti al museo in questi anni? Non basta quello che è stato fatto dalla città, senza togliere che forse avremmo dovuto fare anche qualcosa di diverso noi. Non è comunque solo una questione di costi, ella struttura a pieno regimi lavoravano otto persone, servirebbe pianificare il futuro con un’idea precisa di come rilanciare lo spazio".
Fabrizio Vincenti