
Motore a scoppio. Giannecchini in Fondazione
Un profondo legame di stima, fiducia, interesse e condivisione che si è concretizzato in un atto formale. È quello che ha condotto il Gruppo Giannecchini a diventare uno dei partecipanti della Fondazione Barsanti & Matteucci, con l’intento di supportarne gli obiettivi, promuoverne i progetti e diffonderne i valori. Un ingresso importante che si aggiunge agli enti e alle aziende che già hanno aderito.
Ad oggi, infatti, tra i partecipanti della Fondazione Barsanti e Matteucci compaiono: Comune di Lucca, Comune di Volterra, Ordine degli ingegneri della Provincia di Lucca, Associazione Amici di Barsanti e Matteucci, Lucar TM S.p.A., Alessandro Giacomo Antonelli. Questi si aggiungono ai fondatori: Rotary Club Lucca (fondatore promotore), Confindustria Toscana Nord, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Camera di Commercio di Lucca, ACI Lucca. Nata principalmente con lo scopo di far conoscere l’opera di ricerca dei due scienziati lucchesi, negli anni la Fondazione Barsanti e Matteucci è diventata un punto di riferimento nel settore scientifico, tecnico e tecnologico. Particolarmente attenta agli aspetti legati all’istruzione, anche attraverso la promozione di borse di studio, premi e ricerche con un focus sui veicoli a motore, dal 2013 la Fondazione custodisce anche un patrimonio museale di indubbio valore scientifico: il Museo del motore a scoppio, dove sono esposti gli studi, i modelli e le prove che attestano la notevole attività di Barsanti e Matteucci.
“Siamo molto orgogliosi dei risultati raggiunti in questi anni – afferma la presidente della Fondazione Maria Luisa Beconcini – ma vogliamo fare ancora tanta strada. Le idee non mancano, così come la voglia di condividere uno sguardo aperto verso il futuro. Per questo, siamo davvero felici dell’ingresso del Gruppo Giannecchini fra i nostri partecipanti perché poter contare sulle realtà del territorio è fondamentale per raggiungere traguardi sempre più importanti. Saremmo lieti se altre aziende volessero aderire, anche contribuendo con una quota minima“.