Moser, da Lucca la sua volata: "Che ricordi la crono sotto le Mura"

Francesco Moser, leggenda dei pedali, si guadagnò la maglia rosa nella prima tappa del Giro ’84 in città "Quell’anno è stato speciale, puntavo alla vittoria. La corsa partì proprio da qui e iniziò subito bene".

Moser, da Lucca la sua volata: "Che ricordi la crono sotto le Mura"

Moser, da Lucca la sua volata: "Che ricordi la crono sotto le Mura"

di Iacopo Nathan

"Me la ricordo bene questa bici, ci ho fatto il record dell’ora". Entra con un sorriso che coinvolge tutti Francesco Moser, e si ferma ad ammirare una sua bicicletta del 1994. Ospite speciale del Giro d’Italia a Lucca, ha voluto “salutare“ la sua vecchia compagna e ammirare l’opera d’arte che Karl Kopinski gli ha dedicato. Un ritratto speciale, all’interno della mostra “Wearing the Pink“, in San Franceschetto, che omaggia gli eroi del ciclismo. Categoria a cui Moser appartiene di diritto.

Moser, da Lucca è partito il giro del 1984, terminato con il suo trionfo, che ricordo ha di quella gara?

"Un momento molto bello, a cui sono legato. La prima maglia rosa del Giro ’84 la presi proprio sotto le Mura di Lucca, nella prima provo crono. Quell’anno lì puntavo alla vittoria, qui facemmo il prologo e andò bene. In quell’anno il girò partì da Lucca e arrivò a Verona, mentre nel 1985 successe il contrario. Lucca e tutto il suo territorio sono state per me molto importanti nel corso della carriera, ci ho corso tante volte, anche da dilettante".

Quante volte ci ha corso?

"Molte, sicuramente. Ho vinto delle gare a Marlia da ragazzo, che c’era uno dei gran premi più importanti da dilettante. A Lucca, quando ho cominciato a correre, c’era poi un’artista che ci faceva gli scarpini che si chiamava Colombini. Le faceva per tutti, con Gimondi, per Bartali e anche per me".

Il ciclismo si sta evolvendo e le velocità aumentano, che futuro vede per questo sport?

"" Lo vedremo, la velocità è sicuramente cambiata molto negli ultimi tempi. Con i nuovi materiali, specialmente nello sprint, che permettono di andare molto di più. Non mi aspetto però di vedere ciclisti a 100 chilometri all’ora. Sicuramente con questa velocità aumenta anche la pericolosità del ciclismo, per questo molte corse sono state accorciate".

Come andrà il giro 2024?

"Credo che ci sia poco da fare, corrono tutti per il secondo posto. Vince Tadej Pogačar".

E gli italiani?

"Non abbiamo un uomo di punta al momento, anche se ci sono alcuni giovani molto bravi. C’è Fortunato, per esempio. Siamo ancora alle prime tappe, può cambiare ancora molto".