Morte di David Agnesi Processo in abbreviato

Il 44enne fu travolto e ucciso da un’auto sulla Pesciatina la sera del 27 ottobre 2021 mentre tornava a casa

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Andrà a giudizio con rito abbreviato per omicidio stradale il conducente dell’auto che l’anno scorso travolse e uccise David Agnesi, 44enne addetto alle pulizie e dipendente della Viping, morto sul colpo la sera del 27 ottobre 2021 sulla via Pesciatina. Stava tornando a casa, dove viveva con i suoi genitori, intorno alle 21.45, quando venne preso alle spalle da un’Opel Mokka, all’incrocio tra la via Pesciatina e via del Tanaro, in un tratto piuttosto buio e pericoloso. Uno scontro violento che non gli lasciò scampo: la vittima venne scaraventata a terra riportando un trauma cranico fratturativo fatale.

Dalle indagini, condotte dalla polizia municipale, è poi emerso che il 44enne stava camminando su una banchina quando è stato investito. Stando alla consulenza tecnica della Procura pare che l’automobilista, un 58enne, viaggiasse a una velocità superiore al limite e avrebbe perso il controllo dell’auto, invadendo la banchina e prendendo in pieno Agnesi. Ipotesi che sarebbe confermata anche dai segni lasciati sull’asfalto, oltre che da quelli sull’auto. Il motivo che lo avrebbe portato a sbandare, però, non è chiaro. All’epoca dei fatti l’uomo risultò negativo all’alcol test e dai riscontri degli inquirenti non è stato possibile stabilire se fosse al telefono o meno. Lui, dal canto suo, non si sarebbe reso conto di niente, se non al momento del terribile impatto. A quel punto si è fermato a soccorrere il pedone e a dare l’allarme al 118. Ma quando è arrivata l’ambulanza, per David Agnesi non c’era più niente da fare. La difesa, che ha prodotto una sua consulenza tecnica, sostiene che l’automobilista non andasse così veloce e che i segni sull’asfalto non è detto appartengano a quella Opel Mokka. Si torna in aula il 6 febbraio, di fronte al gup Antonia Aracri. Il pm Sara Polino ha chiesto di sentire il proprio consulente. Dopodiché si andrà a sentenza, probabilmente a marzo.

Teresa Scarcella